lunedì 27 luglio 2009

INTESA SANPAOLO EUR TV AMORTISING SUBORDINATO 12.03.2016

Adesso esaminiamo quel bond cui avevo accennato nel post del 13 luglio, è un’obbligazione subordinata tipo Lower Tier 2 della banca Intesa San Paolo emessa con uno spread del 4%, che a oggi offre un rendimento interessante.
Come già saprete dal precedente post, per questo tipo d’investimento (Lower Tier 2) è opportuna una propensione al rischio media; quest’obbligazione oggetto di studio denominata “INTESA SANPAOLO EUR TV AMORTISING SUBORDINATO 12.03.2016” per essere acquistata richiede un lotto minimo di 50000, quindi si rivolge alla clientela facoltosa (in un portafoglio bisogna diversificare, quindi quest’obbligazione può costituire solo una parte di esso).
Ha durata di 7 anni, scadrà il 12/03/16, ma il rimborso avverrà annualmente nella misura del 20% a partire dal 2012.
La cedola è a TV, sarà pagata trimestralmente in base all’Euribor 3 mesi più lo spread, come detto all’inizio, del 4% annuo, poiché quota intorno a 107, ipotizzando tassi costanti (ipotesi poco realistica) il rendimento effettivo netto sarà circa il 2,95%, che come investimento a TV non è male.
Quanto ai rischi, quello principale riguarda il rischio emittente, non tanto quello di default, quanto un aumento del rischio dell’emittente o dell’intero settore, ciò svaluterebbe l’investimento.
Infine, esiste un certo rischio liquidità, cioè prima della scadenza può essere difficile per l'investitore vendere o liquidare le obbligazioni, soprattutto in caso di eventi straordinari.

lunedì 20 luglio 2009

Tier 3

Sono poco diffuse, come nel caso precedente, la propensione al rischio deve essere almeno media; hanno scadenza breve, la remunerazione di solito è in linea con il Lower Tier 2.
Il pagamento del capitale e delle cedole può essere sospeso (non cancellato), su disposizione della banca centrale, in caso di indebolimento eccessivo della solidità dell’istituto.
In caso di liquidazione dell’emittente, viene preferito ai Tier 1 e Upper Tier 2, trovandosi allo stesso livello dei Lower Tier 2.

Lower Tier 2

La scadenza è usualmente di 10 anni, ma l’emittente può rimborsare alla pari al quinto anno. Se la banca non utilizza l’opzione di rimborso anticipato al quinto anno, non solo la cedola viene aumentata, ma l’emittente viene anche penalizzato dalla sua banca centrale.
Di solito si verifica il rimborso anticipato dell’obbligazione, ma lo scorso anno in Italia, il Credito Valtellinese non lo ha effettuato, mentre a fine anno è stata Deutsche Bank a non rimborsare anticipatamente una sua obbligazione, innescando polemiche e preoccupazioni per lo stato di solidità della banca.
Quanto alle cedole, variabili o fisse, vengono sempre pagate alla data prefissata; sono bloccate solo in caso di una vera e propria insolvenza.
Il capitale non subisce decurtazioni, se non in caso di liquidazione della banca.
In caso di liquidazione dell’emittente, questo strumento viene preferito ai Tier 1 e Upper Tier 2, trovandosi allo stesso livello dei Tier 3.
Per questo investimento è adeguata una propensione al rischio media.

Upper Tier 2

Meno rischioso del Tier One, ha una scadenza di 10 anni o superiore. In caso l’emittente chiuda l’esercizio in perdita, le cedole non vengono cancellate, ma solo sospese e pagate, tutte insieme, nel primo anno che si chiuda in utile. Il nominale può essere diminuito, in casi straordinari e più limitati che nel caso del Tier 1.
In caso di liquidazione vengono privilegiati i portatori di Lower Tier 2 e Tier 3.
Per questa tipologia di obbligazione subordinata è appropriata una propensione al rischio medio alta.

Tier 1

Si tratta della tipologia più rischiosa, è opportuna una propensione al rischio elevata, perché l’obbligazione non ha scadenza, anche se l’emittente ha la possibilità di rimborsare il titolo di solito al decimo anno e, se non lo fa, la cedola cresce, rendendo più onerosa questa via di finanziamento; inoltre se la banca non paga dividendo agli azionisti, la cedola viene cancellata e persa; infine se si realizzano perdite che mettono in pericolo la solidità della banca, il capitale nominale viene decurtato, pro-quota, di queste perdite.
La cedola è fissa o variabile fino alla call, mentre è sempre variabile successivamente.
In caso di liquidazione, vengono privilegiati i portatori di Tier 2 (Lower e Upper) e Tier 3.

TIPOLOGIE DI SUBORDINATE

Dopo aver introdotto il concetto di subordinazione, prendiamo in considerazione le varie tipologie di subordinate.
Esse si distinguono in 4 tipologie aventi grado di rischio e redditività diverse: Tier 1, Upper Tier 2, Lower Tier 2 e Tier 3.

lunedì 13 luglio 2009

LE OBBLIGAZIONI SUBORDINATE

La caratteristica essenziale dei bond subordinati è che essi vengono considerati dalle banche che li emettono non come tradizionali debiti, ma come una forma di capitale azionario, cosa che permette agli istituti di credito di aumentare i propri volumi di attività.
I portatori delle obbligazioni subordinate accettano di essere trattati peggio degli altri creditori (titolari di conti, depositi e obbligazioni senior), nel caso in cui l’istituto che le ha emesse si trovi in una qualche difficoltà.
Il caso più grave è quello della liquidazione della banca, ma si possono correre altri rischi, come vedremo la settimana prossima; quindi se la banca dovesse essere messa in liquidazione, il ricavato della vendita dei beni verrà utilizzato, in via prioritaria, per pagare i creditori ordinari. Una volta che questi ultimi avranno ricevuto il 100% di quanto a loro dovuto si potrà dividere il residuo tra i portatori di bond subordinati; in pratica in caso di default agli obbligazionisti senior spetta qualcosa, agli obbligazionisti subordinati nulla.
Ovviamente in cambio del rischio, l’investitore ottiene un’interessante remunerazione, molto superiore a quella normalmente ottenibile dallo stesso debitore “senior”.
In questa fase di turbolenza del settore bancario, queste obbligazioni sono andate a picco, il premio per il rischio si è alzato parecchio, lo scorso inverno la banca Intesa Sanpaolo ha emesso un bond subordinato (Lower Tier 2) con uno spread di 400 punti base!
La settimana prossima esamineremo le varie tipologie di subordinati.

domenica 5 luglio 2009

ExtraMOT

Lo scorso 22 giugno sono iniziati gli scambi del sistema multilaterale di negoziazione ExtraMOT di Borsa Italiana.
Il regolamento del mercato prevede la possibilità di ammettere alle negoziazioni, su iniziativa di Borsa Italiana o su richiesta di un operatore, obbligazioni e altri titoli di debito già ammessi alle negoziazioni in un mercato regolamentato dell’Unione Europea.
La liquidità è “garantita” dalla presenza di operatori specialisti.
La vigilanza del mercato è effettuata secondo le regole e le procedure in essere per i Mercati Regolamentati di Borsa Italiana, ovvero ponendo in essere una costante attività di controllo delle negoziazioni con la possibilità, in considerazione di particolari andamenti del mercato, di interrompere la negoziazione continua e, contestualmente, ripristinare una fase di asta, tesa a ristabilire un ordinato svolgimento delle negoziazioni stesse oppure, nei casi più gravi, di sospendere le negoziazioni di strumenti o l’attività di operatori.
Il sistema di negoziazione, inoltre, assicura il funzionamento di meccanismi di controllo sui prezzi delle proposte immesse e sui prezzi dei contratti. Infatti non è permesso l’inserimento di proposte aventi prezzi che si discostano eccessivamente dal prezzo di riferimento ed esiste un processo di validazione dei prezzi dei contratti che tiene anche conto dello scostamento dal prezzo del precedente contratto concluso.
La liquidazione dei contratti avverrà il terzo giorno di calendario successivo alla stipulazione.
A oggi sono quotati 49 corporate, tra i quali France Telecom, Deutsche Telekom Intl Finance, Carrefour, Auchan, Edf Energy, Ge Capital European Funding.
Al momento uno dei problemi più importanti dell’Extramot è che alcuni grossi intermediari non vi operano, mentre un altro problema è che questo sistema multilaterale di negoziazione è sconosciuto a quasi tutti i risparmiatori, per questi due motivi gli scambi sono ridicoli.