sabato 30 luglio 2011

Confronto tra bond senior e subordinato



Oggi vediamo il confronto tra il titolo “Intesa Sp 04/2020 Fx 4,125 Eur” già oggetto di studio nel precedente post e l’obbligazione subordinata “Intesa Sp 07/2020 Fx 5,15 Eur”; sono entrambi a tasso fisso con scadenza tra loro piuttosto vicina.
Iniziamo lo studio sempre partendo dal 4 luglio (il periodo in cui è partito il grande attacco speculativo all’Italia), detto giorno l’obbligazione senior quotava 94,51 con il rendimento al 4,30%, mentre la subordinata prezzava a 99,06 con rendimento del 4,62%.
Adesso vediamo la situazione al 27 luglio: “Intesa Sp 04/2020 Fx 4,125 Eur” scende a 92,77 con rendimento salito al 4,54%, “Intesa Sp 07/2020 Fx 5,15 Eur” si attesta a 95,43 con rendimento del 5,10%
Cosa possiamo osservare da questi dati?
Notiamo un calo dei prezzi di entrambi i bond, ma mentre il calo nella senior è stato dell’1,84%, nella subordinata è del 3,66%, cioè quasi il doppio, perché giustamente quest’ultima tipologia è più rischiosa dei bond senior, quindi si presenta più volatile.
Alla luce di ciò possiamo dire che se si teme (ipotesi probabile) che continui l’attacco all’Italia sia bene evitare le tipologie delle obbligazioni subordinate; nel caso delle obbligazioni bancarie senior invece, si può investire con prudenza e con scadenze ravvicinate (per contenere l’aumento del premio per il rischio).
Nei grafici in alto osservate l’andamento dei due bond a cominciare dal senior.

giovedì 21 luglio 2011

Le obbligazioni bancarie “seguono” i nostri titoli di Stato




Oggi vediamo il confronto tra un BTP con scadenza 2020 e due titoli equivalenti della banca Intesa Sanpaolo e della Mediobanca, in particolare vedremo se le due obbligazioni bancarie sono legate ai nostri titoli di Stato; pertanto ai fini del nostro studio esamineremo i bond dall’inizio del grande attacco speculativo al nostro Stato, ovvero dal 4 di questo mese, fino al 19.
Possiamo osservare che al 4 luglio il “Btp-1Mz20 4,25%” quotava a 97,42 e rendeva il 4,08%, mentre “Intesa Sp 04/2020 Fx 4,125 Eur” quotava a 94,51 con il rendimento al 4,30%, infine Mediobanca Primo Atto 4,50% 2010/2020 quotava a 100,2 con rendimento al 3,91%.
Adesso vediamo la situazione al 19 luglio: il nostro titolo di Stato si deprezzava a 91,81 con un rendimento del 4,85%, Intesa Sanpaolo scendeva a 88,6 con rendimento al 5,12%, infine Mediobanca prezzava a 96,35 con rendimento del 4,40%.
Cosa possiamo osservare da questi dati?
Innanzitutto notiamo un forte calo dei prezzi dei tre bond, poi il calo è piuttosto simile per il BTP e per Intesa Sanpaolo, mentre è più contenuto per Mediobanca, conseguentemente l’incremento del rendimento è stato maggiore per i due titoli; infine possiamo osservare che il rendimento di Mediobanca è più basso dei BTP.
Alla luce di ciò possiamo dire che banca Intesa Sanpaolo è pesantemente influenzata dall’andamento dei nostri titoli di Stato, mentre Mediobanca lo è di meno, perché meno esposta ai nostri bond.
Nei grafici in alto osservate l’andamento dei tre bond a cominciare rispettivamente dal BTP, banca Intesa Sanpaolo, Mediobanca.

lunedì 11 luglio 2011

L’importanza di investire in un’azienda solida



Oggi vi mostriamo l’importanza di investire in queste fasi di mercato in un’azienda solida, metteremo a confronto il bond “ENI 06/2015 FX 4% EUR” con un nostro titolo di Stato di simile durata, ovvero il “BTP-15GN15 3%”.
Ebbene già lo scorso anno quest’ultimo rendeva leggermente di più dell’altro, infatti il rendimento netto era del 2,49% mentre quello dell’Eni il 2,33%; una differenza di soli 0,16% , per la cronaca l’Eni quotava a 105,50 e il BTP a 100,70.
Oggi, un anno dopo, l’Eni quota a 102,50 e il BTP a 95,24, pertanto già in conto capitale il BTP ha perso di più dell’equivalente obbligazione dell’Eni, se poi guardiamo i rendimenti avremo le idee ancora più chiare: il corporate rende oggi solo il 2,83%, mentre il titolo di Stato il 3,84%!
Questo spread di quasi un punto, si spiega in quanto i mercati prezzano il rischio emittente della nostra Repubblica molto più alto del titolo petrolifero, perché dietro l’Eni vi è un grosso patrimonio che non ha il nostro Stato, ma soprattutto perché i debiti del “cane a sei zampe” ammontano a meno della metà del patrimonio, perciò in queste condizioni è improbabile che avvenga un’insolvenza.
I due grafici in alto illustrano i prezzi dei due titoli nell’ultimo anno, precisamente “ENI 06/2015 FX 4% EUR” e “BTP-15GN15 3%”.
Vi ricordiamo che il presente post non costituisce sollecitazione del pubblico risparmio.

giovedì 7 luglio 2011

Il governo vara la “patrimoniale” per i poveri

Come forse sapete con la manovra il governo ha aumentato il bollo sui depositi titoli tenuti presso banche passando dagli attuali 34,20€ a 120€, inoltre dal 2013 si passerà a 150€, mentre chi possiede titoli sopra i 50000€ dovrà pagare la bellezza di 380€!
Capite bene che di fronte a questa situazione chi possiede un grosso patrimonio tipo 500000€ se ne frega dell’aumento, ma chi ne possiede 10000€ è fregato alla grande, addirittura chi possiede solo BOT per qualche migliaio di € anziché guadagnare qualcosa ci rimette; poi nel 2013 si verificherà il paradosso che per esempio se possiede 51000€ pagherà la bellezza di 380€, se ne possiede 49000€ pagherà 150€.
Alla luce di ciò tenere un dossier titoli per 20000, 30000 € non è conveniente, la ratio del legislatore è quella non solo di fare cassa, ma di aiutare il risparmio gestito e i conti di deposito; comunque in questo momento di crisi per i nostri titoli di Stato questa norma può peggiorare la situazione.
Infine noto con amarezza che pochi politici si lamentano per questo provvedimento lasciatemelo dire “rapina”.