lunedì 15 novembre 2010

STUDIO CONSOB, IL TV


Oggi proseguiamo lo studio della Consob sulle obbligazioni bancarie in collocamento, prendendo in considerazione il tasso variabile, questo studio si basa sullo spread rispetto all’Euribor; come potete vedere dalla tabella lo spread offerto al retail è negativo! Agli istituzionali è positivo, vi riportiamo testualmente cosa scrivono gli studiosi della Consob.

“Nelle offerte al retail, per le obbligazioni con merito di credito uguale a
quello della Repubblica (Aa2) lo spread medio e mediano è negativo per oltre 10 punti
base, mentre per le obbligazioni con rating A1 e A2 lo spread mediano è negativo
per oltre 20 punti base; per quelle con rating A3 e Baa1 lo spread mediano è negativo
per circa 10/15 punti base; per le BCC lo spread mediano è pari a zero (indipendentemente
dalla presenza della copertura del fondo di garanzia Federcasse).
Anche in questo caso è evidente la debolissima correlazione fra i rendimenti
e il rischio emittente. Il costo della raccolta a tasso variabile presso il retail è in media
significativamente inferiore all’Euribor con frequenza molto elevata anche se il rischio
emittente è superiore a quello della Repubblica Italiana, là dove è possibile stimare
che la stessa raccolta in euro del Tesoro italiano presso gli investitori istituzionali internazionali
– attraverso i cosiddetti bond Republic of Italy – nel periodo in esame sarebbe
avvenuta a tassi superiori all’Euribor.
Così come emerso per i titoli a tasso fisso, la situazione è radicalmente diversa
per le offerte destinate agli investitori istituzionali. Lo spread sull’Euribor (di seguito
semplicemente spread) è pari in media a circa 50 punti base per banche che
hanno lo stesso merito di credito della Repubblica Italiana (ciò conferma il fatto, già
emerso in relazione ai collocamenti di obbligazioni a tasso fisso, che, a parità di
rating, gli investitori istituzionali richiedono un rendimento superiore rispetto a quello
richiesto sugli emittenti sovrani che incorpora un premio per la liquidità) e a circa
120 punti base per le banche con rating Aa3; per le banche nella fascia di rating A1
lo spread mediano sale a oltre 180 punti base, mentre per quelle con rating A2 lo
spread mediano scende a circa 60 punti base; per le banche con rating Baa2 lo spread
è vicino ai 200 punti base.
È evidente dunque che anche per i titoli a tasso variabile, a parità di rischio
emittente, i rendimenti offerti agli investitori retail sono significativamente inferiori
rispetto a quelli offerti agli investitori istituzionali nei collocamenti internazionali,
oltre che essere assai debolmente correlati con il rischio emittente.”
Come vedete anche le obbligazioni a tasso variabile in collocamento sono da evitare.

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