
Oggi proseguiamo lo studio della Consob sulle obbligazioni bancarie in collocamento, prendendo in considerazione il tasso variabile, questo studio si basa sullo spread rispetto all’Euribor; come potete vedere dalla tabella lo spread offerto al retail è negativo! Agli istituzionali è positivo, vi riportiamo testualmente cosa scrivono gli studiosi della Consob.
“Nelle offerte al retail, per le obbligazioni con merito di credito uguale a
quello della Repubblica (Aa2) lo spread medio e mediano è negativo per oltre 10 punti
base, mentre per le obbligazioni con rating A1 e A2 lo spread mediano è negativo
per oltre 20 punti base; per quelle con rating A3 e Baa1 lo spread mediano è negativo
per circa 10/15 punti base; per le BCC lo spread mediano è pari a zero (indipendentemente
dalla presenza della copertura del fondo di garanzia Federcasse).
Anche in questo caso è evidente la debolissima correlazione fra i rendimenti
e il rischio emittente. Il costo della raccolta a tasso variabile presso il retail è in media
significativamente inferiore all’Euribor con frequenza molto elevata anche se il rischio
emittente è superiore a quello della Repubblica Italiana, là dove è possibile stimare
che la stessa raccolta in euro del Tesoro italiano presso gli investitori istituzionali internazionali
– attraverso i cosiddetti bond Republic of Italy – nel periodo in esame sarebbe
avvenuta a tassi superiori all’Euribor.
Così come emerso per i titoli a tasso fisso, la situazione è radicalmente diversa
per le offerte destinate agli investitori istituzionali. Lo spread sull’Euribor (di seguito
semplicemente spread) è pari in media a circa 50 punti base per banche che
hanno lo stesso merito di credito della Repubblica Italiana (ciò conferma il fatto, già
emerso in relazione ai collocamenti di obbligazioni a tasso fisso, che, a parità di
rating, gli investitori istituzionali richiedono un rendimento superiore rispetto a quello
richiesto sugli emittenti sovrani che incorpora un premio per la liquidità) e a circa
120 punti base per le banche con rating Aa3; per le banche nella fascia di rating A1
lo spread mediano sale a oltre 180 punti base, mentre per quelle con rating A2 lo
spread mediano scende a circa 60 punti base; per le banche con rating Baa2 lo spread
è vicino ai 200 punti base.
È evidente dunque che anche per i titoli a tasso variabile, a parità di rischio
emittente, i rendimenti offerti agli investitori retail sono significativamente inferiori
rispetto a quelli offerti agli investitori istituzionali nei collocamenti internazionali,
oltre che essere assai debolmente correlati con il rischio emittente.”
Come vedete anche le obbligazioni a tasso variabile in collocamento sono da evitare.
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