sabato 25 dicembre 2010


Lo ZIO e MERCATOLIBERO augurano a tutti i lettori, clienti e alle loro famiglie i più sentiti Auguri di Buon Natale ed un 2011 pieno di soddisfazioni.

mercoledì 22 dicembre 2010

I TITOLI IN VALUTA

Con la crisi dell’Euro la diversificazione valutaria è importante, diremo necessaria per portafogli non piccoli.
È chiaro che questa tipologia d’investimento comporta il rischio di cambio, pertanto al fine di limitarne il rischio, è bene in un portafoglio inserire una decina di bond in valuta oltre ai titoli in Euro.
Per rispondere alle vostre numerose richieste stiamo preparando un portafoglio obbligazionario con titoli in diverse valute, ovviamente vi saranno anche bond in Euro, non è escluso l’inserimento di qualche strumento short.
Quanto alle valute bisogna privilegiare quelle dei paesi emergenti in quanto loro rappresentano il futuro economico, poi vi sono le monete rifugio come il Franco Svizzero, in questo caso ha senso l’investimento se si teme una continuazione dell’attuale caos finanziario.
Adesso vediamo 2 titoli in valuta, la prima riguarda il Dollaro Neozelandese, la seconda il Franco Svizzero.
Come esempio della prima moneta prendiamo un emittente sovranazionale si tratta dell' International Bank for Reconstruction and Development, l’obbligazione in oggetto scadrà il 30/7/2014, il tasso annuo è del 7,50%, comprandola a 109,45 offre un rendimento effettivo netto a scadenza del 3,75%.
L’obbligazione in Franchi Svizzeri è rappresentata dalla General Eletric, scadenza 16/10/15, tasso annuo 3%, comprandola a 105,75 il rendimento effettivo netto è dell’1,43%.
Bisogna ricordare che i titoli in valuta sono soggette al rischio tassi delle rispettive valute, nel caso dei paesi emergenti con le economie in piena crescita questo rischio è reale, ciò vale anche per il Dollaro Neozelandese.
Questo post è didattico e non costituisce sollecitazione del pubblico risparmio.

mercoledì 15 dicembre 2010

Il rialzo dei tassi è già cominciato alla grande!


Quello che temevamo da mesi sta succedendo, in altre parole è in corso da settimane un brutto rialzo dei tassi, approfondiamo la faccenda.
Dalla scorsa primavera è iniziato un rialzo graduale dei tassi legati all’Euribor cioè quelli a breve scadenza, a tal proposito segnaliamo che giorno 1/4/10 l’Euribor a 3 mesi era 0,635, oggi è 1,025, un aumento di 0,39.
Adesso occupiamoci dei tassi a lunga scadenza, quelli che influiscono decisamente sul prezzo dei bond.
Questi tassi misurati dall’Eurirs, hanno avuto un andamento non proprio uguale all’Euribor, infatti, sono scesi fino ad agosto, adesso si stanno velocemente alzando, creando problemi a chi ha recentemente comprato bond a media e lunga scadenza a tasso fisso o indirettamente li ha comprati tramite il risparmio gestito (anche fondi pensione).
Segnaliamo che l’Eurirs a 30 anni al 31/8 valeva 2,57 (cioè scontava, a torto, uno scenario giapponese), adesso siamo a 3,50, un aumento dell’0,93, cioè quasi un punto.
A tal proposito osservate il grafico, potete vedere quanto ha perso da settembre il Bund con scadenza 2040. Pensate giorno 1/9 quotava intorno a 143, ora siamo a 125, un bel -18%, proprio come la duration di questo bond, un rialzo di un punto dei tassi fa scendere i prezzi di circa il 18%, ovviamente a parità del premio per il rischio.
Per difendersi da questa situazione occorre acquistare sia titoli legati all’Euribor, sia quelli ai tassi Swap, però per questi ultimi è bene evitare scadenze lunghe; nel portafoglio obbligazionario da noi preparato vi sono 2 bond indicizzati all’Euribor ed altrettanti legati ai tassi Swap.

lunedì 6 dicembre 2010

La crisi dell’Euro

La divergenza di crescita economica all’interno dell’area Euro sta diventando pericolosa.
Se la Germania corre, il Portogallo sta entrando in recessione, mentre la Grecia lo è già da tempo in maniera pesante, gli altri Piigs galleggiano.
Ciò è dovuto al fatto che i Piigs hanno economie deboli, in compenso il risanamento economico imposto dalla Germania peggiora la situazione facendo abbassare il PIL, pertanto i rapporti debito/PIL e Deficit/PIL rimangono sostenuti, in altre parole si entra in un circolo vizioso da cui è difficile uscire; ci chiediamo quanto potrà durare questa situazione? I cittadini di queste nazioni riusciranno a sopportare i sacrifici, la crisi economica, la diffusa disoccupazione o sarà il caos che metterà in fibrillazione l’Euro?
La Germania ed i Piigs avrebbero bisogno di politiche monetarie differenti, la prima avrebbe l’esigenza di alzare i tassi, gli altri invece di abbassarli, inoltre questi ultimi avrebbero bisogno di svalutare la moneta, cosa che non è possibile con la moneta unica; il motivo principale della crisi dell’Euro è questo.
Se nel breve la moneta potrebbe rimbalzare, alla lunga potrebbe avere seri problemi, per questo motivo stiamo preparando un portafoglio obbligazionario, dove vi siano anche bond in valuta con un abbonamento a prezzi accessibili.

lunedì 29 novembre 2010

LA SPECULAZIONE HA RIPRESO AD ATTACCARCI!

Come si temeva la speculazione ha ripreso il suo attacco ai nostri titoli di Stato, oggi lo spread BTP - BUND a 10 anni ha raggiunto la fatidica soglia dei 200 punti base, da qui potrebbe iniziare una brutta discesa. Chi segue l’azionario sa come la nostra borsa recentemente abbia avuto brutte performance, mentre i tedeschi hanno guadagnato, ciò è una spia della nostra debolezza ed è un segnale di fuoriuscita dall’Euro. Quando il Tesoro varò a maggio la manovra ci lamentammo dicendo che era mediocre, adesso si vedono i risultati, si paventa una manovrona che sarà varata dal prossimo governo il cui Presidente del Consiglio secondo il “fiuto” sarà Draghi; poi privatizzerà gli ultimi gioielli di Stato rimasti… a tal proposito sentite cosa disse Cossiga di Draghi nel 2008 (guardate il video).
Questo film l’Italia lo ha già vissuto nel 1992, allora rischiammo seriamente il default, quindi per risanare il bilancio bisognava privatizzare svendendo le nostre aziende anche agli amici degli speculatori, adesso la storia si ripete. Comunque con Draghi presidente ci potrebbe essere un forte rimbalzo dei nostri titoli, anche perché agli speculatori Draghi piace, questa è la finanza!

martedì 23 novembre 2010

L'INFLUENZA SUINA CHE AMMAZZA I PIIGS


Dunque dopo la Grecia anche l’Irlanda ha preso la “suina”, poiché è un virus contagioso, il Portogallo si accinge a prenderla, gli altri 2 paesi dei PIIGS , Spagna ed Italia è bene che si vaccinino prima che sia tardi.
Scherzi a parte, effettivamente il Portogallo è già da qualche tempo sulla strada della Grecia e dell’Irlanda, pertanto chi ha acquistato recentemente detti titoli non dovrebbe perdere molto, deve stare attento chi sta investendo in titoli di Stato spagnoli o italiani in quanto vi è margine per un aumento del premio per il rischio che deprezzerebbe i rispettivi bonds.
Chi avesse voglia di acquistare dei CCT, in caso di crisi finanziaria, si difenderebbe meglio con la vecchia tipologia indicizzata ai Bot anziché quella legata all’Euribor; a giugno il Tesoro potrebbe essere stato lungimirante nel cambiare l’indicizzazione.
Ritornando alla crisi possiamo dire che stiamo vivendo un film visto due anni fa, allora la speculazione prendeva di mira una banca mettendola nei guai, poi ne prendeva un’altra e così via; oggi di mira sono i PIIGS, i primi a cadere sono stati ovviamente le nazioni più deboli, poi si penserà a quelle più grosse, se dovessero entrare in crisi Spagna ed Italia per l’Euro sarebbe la fine ed è questo l’obiettivo degli speculatori.
Personalmente sono favorevole agli interventi di salvataggio perché così vi è speranza di superare la crisi, altrimenti la catastrofe finanziaria ed economica sarebbe imminente, siamo nella stessa situazione di un ammalato di cancro che se si fa le cure si potrà salvare, altrimenti sarà spacciato.

lunedì 15 novembre 2010

STUDIO CONSOB, IL TV


Oggi proseguiamo lo studio della Consob sulle obbligazioni bancarie in collocamento, prendendo in considerazione il tasso variabile, questo studio si basa sullo spread rispetto all’Euribor; come potete vedere dalla tabella lo spread offerto al retail è negativo! Agli istituzionali è positivo, vi riportiamo testualmente cosa scrivono gli studiosi della Consob.

“Nelle offerte al retail, per le obbligazioni con merito di credito uguale a
quello della Repubblica (Aa2) lo spread medio e mediano è negativo per oltre 10 punti
base, mentre per le obbligazioni con rating A1 e A2 lo spread mediano è negativo
per oltre 20 punti base; per quelle con rating A3 e Baa1 lo spread mediano è negativo
per circa 10/15 punti base; per le BCC lo spread mediano è pari a zero (indipendentemente
dalla presenza della copertura del fondo di garanzia Federcasse).
Anche in questo caso è evidente la debolissima correlazione fra i rendimenti
e il rischio emittente. Il costo della raccolta a tasso variabile presso il retail è in media
significativamente inferiore all’Euribor con frequenza molto elevata anche se il rischio
emittente è superiore a quello della Repubblica Italiana, là dove è possibile stimare
che la stessa raccolta in euro del Tesoro italiano presso gli investitori istituzionali internazionali
– attraverso i cosiddetti bond Republic of Italy – nel periodo in esame sarebbe
avvenuta a tassi superiori all’Euribor.
Così come emerso per i titoli a tasso fisso, la situazione è radicalmente diversa
per le offerte destinate agli investitori istituzionali. Lo spread sull’Euribor (di seguito
semplicemente spread) è pari in media a circa 50 punti base per banche che
hanno lo stesso merito di credito della Repubblica Italiana (ciò conferma il fatto, già
emerso in relazione ai collocamenti di obbligazioni a tasso fisso, che, a parità di
rating, gli investitori istituzionali richiedono un rendimento superiore rispetto a quello
richiesto sugli emittenti sovrani che incorpora un premio per la liquidità) e a circa
120 punti base per le banche con rating Aa3; per le banche nella fascia di rating A1
lo spread mediano sale a oltre 180 punti base, mentre per quelle con rating A2 lo
spread mediano scende a circa 60 punti base; per le banche con rating Baa2 lo spread
è vicino ai 200 punti base.
È evidente dunque che anche per i titoli a tasso variabile, a parità di rischio
emittente, i rendimenti offerti agli investitori retail sono significativamente inferiori
rispetto a quelli offerti agli investitori istituzionali nei collocamenti internazionali,
oltre che essere assai debolmente correlati con il rischio emittente.”
Come vedete anche le obbligazioni a tasso variabile in collocamento sono da evitare.

lunedì 8 novembre 2010

Studio Consob sulle obbligazioni bancarie in collocamento


La scorsa estate la Consob ha pubblicato uno studio sulle obbligazioni bancarie in collocamento.
Esso è molto ampio, vi illustreremo in alcuni post la parte che riguarda i rendimenti.
Oggi ci occuperemo delle obbligazioni bancarie a tasso fisso collocate presso il retail nel periodo luglio 2007-giugno 2009 dai primi 5 gruppi bancari italiani, dalle banche controllate dai gruppi esteri e dalle banche di credito cooperativo, che complessivamente rappresentano quasi l’80% del controvalore collocato nel periodo.
Lo studio si basa sul confronto dei rendimenti tra le obbligazioni al retail e quelle presso gli investitori istituzionali nel biennio in esame; sono utilizzati due diversi approcci per misurare il rendimento dei titoli, vi illustreremo solo il primo che si basa sulla rilevazione dei rendimenti al momento dell’emissione, misurati come spread rispetto al rendimento di un equivalente BTP.
Come vedete nell’immagine i titoli sono suddivisi per classi omogenee di rating, quindi osserviamo gli spread rispetto all’equivalente BTP offerte al retail ed agli investitori istituzionali.
Adesso vi riportiamo ciò che scrivono gli studiosi della Consob a proposito di quella tabella:“Nelle offerte al retail, le obbligazioni di banche con rating Moody’s Aa2 (cioè con merito di credito pari a quello della Repubblica Italiana, il cui rating Moody’s è appunto Aa2) hanno uno spread rispetto ai BTP vicino allo zero (la mediana è leggermente inferiore allo zero mentre la media è leggermente superiore allo zero); le obbligazioni con rating Aa3 hanno invece uno spread mediano rispetto ai BTP di circa 10 punti base (la media è di poco inferiore), mentre per quelle con rating A1 lo spread mediano rispetto al BTP è negativo per circa 22 punti base.
Per le banche con rating A2, A3 e Baa1 lo spread medio e mediano rispetto al BTP ritorna ad essere sostanzialmente vicino allo zero.
Solo per le banche con rating Baa2 lo spread medio e mediano rispetto ai BTP è sensibilmente superiore allo zero (circa 30 punti base). Per le
emissioni delle BCC garantite dal fondo Federcasse lo spread medio e mediano è di 7
punti base, mentre quello delle emissioni non garantite è lievemente superiore (circa
13 punti base); la copertura del fondo di garanzia consortile non sembra dunque incidere in maniera significativa sul costo della raccolta e sui rendimenti offerti dalle BCC.”
Successivamente scrivono:
“In sostanza, i rendimenti delle obbligazioni ordinarie a tasso fisso collocate
presso la clientela retail risultano assai debolmente correlati con il rischio emittente e con il rischio di liquidità e sono con elevata frequenza negativi anche per le banche con un rischio emittente superiore a quello della Repubblica italiana.
La Tavola 8 mostra che la situazione è invece radicalmente diversa per le
emissioni collocate presso investitori istituzionali, poiché in questo caso i rendimenti delle obbligazioni incorporano mediamente un premio rilevante rispetto ai rendimenti dei titoli di Stato italiani per tutte le fasce di rating delle banche emittenti. In particolare, i rendimenti delle obbligazioni di banche con rating Aa2 (uguale quindi a quello della Repubblica Italiana) incorporano uno spread medio e mediano rispetto ai BTP di circa 80 punti base (che dunque riflette un premio per la liquidità), mentre per le obbligazioni di banche con rating Aa3 lo spread mediano sale a 90 punti base; per le banche con rating A1 lo spread mediano è pari a 120 punti base, mentre per quelle con rating A2 è pari a circa 100 punti base (tale anomalia riflette probabilmente un diverso timing delle emissioni, un diverso premio per la liquidità o altri fattori di rischio).
È dunque evidente come gli investitori istituzionali richiedano un premio significativo rispetto ai rendimenti dei titoli di Stato italiani per sottoscrivere obbligazioni bancarie, anche laddove il rischio emittente è in linea con quella della Repubblica Italiana. Vi è inoltre una correlazione fra spread e rating molto più evidente rispetto ai dati relativi alle offerte al retail. Diversi studi, condotti su periodi più ampi e su campioni molto più numerosi, mostrano peraltro come nelle offerte di obbligazioni sull’euromercato riservate agli investitori istituzionali vi sia una forte correlazione fra spread e rating e come il rating sia una delle determinanti principali degli spread”.

Riepilogando le obbligazioni bancarie collocate al “parco buoi”offrono un rendimento minore di almeno 80 punti base rispetto a quello offerto agli istituzionali, in pratica quest’ ultimi si fanno pagare sia il rischio emittente che quello liquidità, infatti buona parte dei bonds bancari non sarà quotato in mercati regolamentari, inoltre a volte al piccolo risparmiatore è offerto un rendimento minore dell’equivalente BTP; poi si può osservare che per il retail il rating ha una scarsa influenza sul tasso, mentre gli istituzionali sono più sensibili a questa tematica (ovviamente più si rischia, più alto deve essere l’interesse).

lunedì 1 novembre 2010

IL NUOVO CCT

Oggi vogliamo occuparci del funzionamento dei nuovi CCT denominati CCT-EU che vanno a sostituire i vecchi CCT indicizzati ai BOT più uno spread dell’0,30%.
In pratica il meccanismo dell’indicizzazione dei CCT-EU è semplice, essi sono legati all’ Euribor a 6 mesi più uno spread, che nei due CCT-EU finora emessi è stato dell’0,80%.
Il motivo ufficiale di questa scelta dipende dal fatto che gli stranieri erano riluttanti ad acquistare i CCT legati ai BOT, poi l’Euribor è il classico tasso dei titoli a tasso variabile.
Il tasso dei BOT è legato al rischio paese oltre ai tassi d’interesse, mentre l’Euribor è legato all’aspettativa sui tassi e alla fiducia sul sistema bancario europeo; a questo punto qualche maligno potrebbe pensare che si passa all’Euribor perché il nostro Tesoro in futuro teme una crisi finanziaria dell’Italia, in merito non prendiamo posizione.
Invece vogliamo commentare un passo del comunicato del MEF in cui si spiega il funzionamento di questi strumenti finanziari; si legge che “In un contesto di progressivo ridimensionamento della quota dei titoli a tasso variabile sul totale dello stock dei titoli di Stato, il nuovo strumento andrà a sostituire gradualmente i vecchi CCT , che non verranno più emessi regolarmente.”
Quindi apprendiamo che la quota dei titoli a tasso variabile sullo stock complessivo dei nostri titoli andrà a scendere, questo a nostro avvisa significa che ci si aspetta un rialzo dei tassi nei prossimi anni; è ciò che noi diciamo da mesi, ma vi è un “antidoto” che vi spiegheremo in futuro su quali tipologie di bond puntare in questa situazione, oggettivamente difficile per il reddito fisso.

lunedì 25 ottobre 2010

MEGLIO IL BLOG CHE IL GIORNALE

Cari lettori oggi non ci occupiamo di reddito fisso, ma di un fatto importante accaduto in questi giorni di cui qualcuno di voi è già a conoscenza, ma molti di voi non lo sono, è bene che tutti sappiano.
Lo scorso 17 ottobre il quotidiano “il Fatto Quotidiano”, pubblica un articolo critico in vista dell’imminente collocamento delle azioni Enel Green Power, il risultato è che la capogruppo Enel ritira la pubblicità dal giornale.
Va detto che l’Enel di fronte alle proteste dei lettori di quel giornale, al rischio di perdere clienti, precisa che non è questo il motivo per cui ha tolto la pubblicità, spiegazione che ci lascia perplessi.
Chissà quanti di voi avranno comprato giornali economici per sapere cosa ne pensano i giornalisti economici di questo collocamento, il loro giudizio potrebbe non essere obiettivo perché in caso di una critica, sanno che l’editore perderebbe la pubblicità, loro il posto.
Non pensate che questo sia un caso isolato, è la regola, per esempio molti giornali “tifano” in mala fede per il risparmio gestito e per i fondi pensione, infatti, banche, SGR, Assicurazioni fanno tante inserzioni sui giornali; non pensate che quest’andazzo valga solo per la finanza, chi acquista la pubblicità porta denaro, detta legge.
Signori questa è l’Italia; pertanto meglio leggere (oltretutto gratis) un blog indipendente che acquistare un giornale che può essersi“venduto”: meditate gente, meditate gente!

lunedì 18 ottobre 2010

Conto Mediolanum Freedom

Oggi esaminiamo il conto di banca Mediolanum Freedom, perché in televisione si vede spesso la pubblicità e si potrebbe capire che rende il 2,20% netto.
Il suddetto conto è infruttifero, se il cliente che lo apre sottoscrive anche la polizza Mediolanum Plus potrebbe ottenere il 2,20% a determinate condizioni: la giacenza sul c/c superi i 17000 €, la remunerazione riguarderà l’eccedenza di 15000 €, detto tasso varrà fino al 31/12/10.
In compenso si pagano 90 € di canone annuo se la media giornaliera in giacenza sul conto corrente più controvalore polizza Mediolanum Plus (se presente) è inferiore a 15000 € e contestuale patrimonio gestito inferiore a 30000 €.
Quindi se durante l’anno detengo 14000 € sul c/c e il contestuale patrimonio gestito è inferiore a 30000 €, non solo non percepirò un centesimo d’interessi, ma dovrò pagare un canone di 90 €, la pubblicità non enfatizza ciò.
Quanto alla polizza nella pubblicità si parla di nessun costo, in realtà è vero che non vi sono caricamenti, ma leggiamo nel prospetto che “Mediolanum Vita riconoscerà annualmente all’intermediario Banca Mediolanum una provvigione pari allo 0,18% della giacenza media delle riserve matematiche riferite al contratto, indipendentemente dalle trattenute applicate trimestralmente al rendimento della Gestione Interna Separata” sempre nel prospetto si legge “ Al rendimento conseguito dalla Gestione Interna Separata “MEDIOLANUM FREEDOM FUND” può essere applicata una trattenuta, variabile trimestralmente, che non potrà comunque risultare superiore al maggiore tra il 50% del rendimento stesso e lo 0,50%. A titolo di esempio, nel caso in cui il rendimento conseguito da “MEDIOLANUM FREEDOM FUND” fosse pari al 4,00% la trattenuta non potrà essere superiore al 2,00%; nel caso in cui il rendimento fosse pari allo 0,80%, la trattenuta non potrà essere superiore allo 0,50%.”
Sostanzialmente il funzionamento è il seguente: nel momento in cui si superano nel c/c i 17000 €, la differenza rispetto a 15000 € finisce nella polizza per poi essere investita nella gestione interna separata che li investe principalmente in bond.
In base al rendimento ottenuto la trattenuta potrebbe essere del 50%! In ogni caso non può essere inferiore all’0,50%.
Ricordo che lo scorso inverno questa banca fu sanzionata dall’AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO per pubblicità ingannevole.
Concludendo vi diciamo che bisogna diffidare da tutte le pubblicità finanziarie che vi propone la televisione, perché anche se non fossero ingannevoli le condizioni “fregatura” scorrono in minuscolo per pochi secondi. Se vi sembra interessante scaricatevi il prospetto da internet e ragionateci su.
Mettevi in testa che gli investimenti privi di rischio rendono intorno all’1%, vi informiamo che il tasso base di alcuni conti di deposito è dell’1% lordo.

lunedì 11 ottobre 2010

SPECULARE CON I PIIGS


Come sapete l’acronimo PIIGS indica Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna; le due nazioni più grosse offrono rendimenti che sono una via di mezzo tra i bond tedeschi (interessi ridicoli) e quelli di Portogallo, Irlanda, e Grecia (tassi interessanti).
A chi volesse speculare con le tre ultime nazioni, consiglio titoli a lunga scadenza, poiché i prezzi sono molto distanti da 100, mentre quelli con scadenza breve sono vicini alla parità aggiungo che in caso di default la scadenza temporale di un bond è indifferente, infatti, si viene pagati alla stessa stregua, ovviamente a parità di tipologia, pertanto questa strategia ci limiterebbe la perdita in conto capitale di un eventuale default.
È chiaro che la lunga scadenza rende i titoli più volatili rispetto a quelli a breve, ma anche in caso di rientro della crisi, si può guadagnare molto e, se si è fortunati, in poco tempo; a tal proposito osserviamo il grafico in alto a destra che evidenzia l’andamento nell’ultimo mese del titolo di Stato greco scadenza 2037, notiamo come il bond sia passato da circa 53 a oltre 59.
In questo momento i rendimenti a lunga scadenza della Grecia sono oltre l’8% (è evidente che il mercato teme realmente un’ insolvenza), mentre Portogallo e Irlanda sempre per la stessa scadenza superano il 5%.
È bene precisare che chi ha una propensione al rischio bassa deve stare alla larga dai PIIGS, inoltre chi volesse effettuare degli acquisti lo deve fare in misura minima del portafoglio (ad esempio il 3%) per ovvie ragioni.

lunedì 4 ottobre 2010

La riforma del patto di stabilità: un salasso!

Come sapete nei giorni scorsi è stato messo a punto il nuovo patto di stabilità, voluto dai tedeschi.
In sostanza adesso le sanzioni partiranno in automatico per chi viola determinati parametri, in particolare quello che preoccupa l’Italia è la clausola che impone di tagliare l’eccesso del proprio debito, rispetto al parametro debito/Pil del 60%, di almeno un ventesimo all’anno.
In pratica in tre anni bisogna racimolare 130MLD di Euro, una maxistangata!
Così andremo in depressione economica, perché si rischia di entrare in un circolo vizioso, più sacrifici, più si abbassa il Pil, più è difficile contenere il debito.
La notizia della riforma del patto di stabilità ha fatto volare l’Euro, i tassi a lunga scadenza sono sempre di più a livelli ridicoli, il differenziale dei tassi tra i tassi a 10 anni e quelli a 2 sta rapidamente scendendo, si inizia a delineare uno scenario deflattivo.
I sacrifici riguarderanno anche altre nazioni, le popolazioni reggeranno a tagli di stipendi e pensioni? O nascerà un nuovo Euro con tutte le nazioni più deboli?
In tal caso avremmo un forte aumento sia dei tassi sia dell’inflazione, rischi di default, ma una ripresa economica.
Voi che ne pensate, cosa preferite?

lunedì 27 settembre 2010

I FONDI LIQUIDITA’ RENDONO 0%!

L’anno scorso avevo messo in guardia i lettori che i fondi monetari si accingevano ad avere performance vicine allo zero, guardando l’indice Fideuram dei fondi liquidità area Euro si può notare che la performance ad un anno è stata dell’0,02%, gli obbligazionari governativi breve termine area Euro hanno ottenuto l’0,66%, più decente è stata la performance dei fondi governativi area Euro a medio/lungo termine che hanno ottenuto il 3,59% (di questa tipologia nel post del 15/09/09 infatti non vi avevo messo in guardia).
Gli indici Fideuram costituiscono la media dei fondi comuni italiani, come tali alcuni stanno sopra, altri sotto, di solito le grosse banche hanno i fondi peggiori, infatti tra i fondi liquidità annoveriamo “Eurizon Liquidità A” e “Fideuram Liquidità” che hanno perso rispettivamente l’0,37%, l’0,46%.
Per il prossimo anno i fondi liquidità potrebbero avere una performance superiore allo Zero, mentre i fondi a lunga scadenza potrebbero iniziare ad avere performance deludenti.

mercoledì 15 settembre 2010

E' PASSATO UN ANNO

Il 7 settembre dello scorso anno nasceva il portafoglio obbligazionario, dopo un anno la performance è stata del 3,35% al netto d’imposte e di costi di negoziazione ipotizzati a 10€ per ogni singolo titolo.
Dunque l’obiettivo di superare il 3% (tasso BCE + 2%) si è verificato e di questo ci reputiamo soddisfatti, è chiaro che con il senno di poi si sarebbe potuto allungare la duration, in tal caso la performance sarebbe stata notevolmente superiore, ma non ci pentiamo di ciò.
Speriamo per il prossimo anno di ripetere la performance, rischiando poco sul fronte tassi, aspettandoci soddisfazioni dalle obbligazioni strutturate, vi sono dentro anche due Forex Linked (in futuro spiegheremo il concetto).
Giorno 1 ha invece compiuto 6 mesi il portafoglio speciale, con un buon rendimento e cioè il 2,37% (4,74% su base annua in regime di capitalizzazione semplice) sempre al netto di imposte e del costo di negoziazione.
Detto portafoglio al momento è composto di 29 titoli, di cui 5 con tagli da 50.000€ (ricordiamo che detti bonds rendono di più degli equivalenti da 1000€), 9 in valuta, 3 HIGH YIELD, 2 obbligazioni subordinate di primo livello che rendono oltre il 5%, una obbligazione convertibile, diverse strutturate; solo 2 obbligazioni sono in comune ai 2 portafogli, mentre la duration è piuttosto bassa.
Insomma a noi pare ben diversificato con tante idee d’investimento.
Ricordiamo che i rendimenti passati non valgono per il futuro e che non si possono prevedere le performance.
Per saperne di più sui portafogli mercatoliberobond@gmail.com

venerdì 30 luglio 2010

IL PUNTO SUI BONDS

Prima di andare in ferie facciamo il punto sui bonds.
Iniziamo occupandoci dei tassi d’interesse, per quest’anno non credo che la BCE li alzi, dal prossimo anno potrebbe iniziare a farlo, ciò non significa che l’Euribor rimanga fermo, da Aprile sta salendo a causa del drenaggio di liquidità che sta effettuando la stessa BCE; inoltre l’Euribor potrebbe salire se si diffondesse tra gli operatori l’aspettativa di un rialzo dei tassi.
A proposito di questi ultimi bisogna dire che nei prossimi mesi una montagna di bonds deve essere rifinanziata, è probabile per la legge domanda e offerta che si alzino i tassi.
Pertanto alla luce di ciò sconsiglio investimenti a lunga scadenza a tasso fisso, bene i titoli indicizzati all’Euribor.
L’aumento dei tassi riguarda più la fascia a breve che quella a lunga, quindi con i titoli CMS10-CMS2 prudenza, una certa cautela anche per i CMS.
Quanto all’inflazione questa è storicamente bassa, quindi i titoli inflation linked vanno acquistati adesso, a tal proposito vi rimando ai miei post precedenti.
I rendimenti sono bassi, ma ancora le grosse banche americane offrono tassi interessanti in cambio della volatilità, così pure le obbligazioni subordinate, mentre chi ama il rischio, può acquistare obbligazioni del settore auto.
Il blog chiude per ferie riaprirà a Settembre, buone vacanze a tutti.

mercoledì 21 luglio 2010

“MEDIOBANCA 2005-2015 indicizzato all’inflazione europea con moltiplicatore”

Adesso facciamo un esempio di un bond la cui cedola legata all’inflazione è moltiplicata con un moltiplicatore.
Ad esempio l’obbligazione “MEDIOBANCA 2005-2015 indicizzato all’inflazione europea con moltiplicatore” utilizza questo criterio, in particolare la cedola è determinata dal prodotto tra l’inflazione dell’area Euro e 1,44.
Ipotizzando inflazione all’1,5% otterremo la cedola del 2,16%, se l ’inflazione fosse del 5%, la cedola sarebbe del 7,2%; in caso di deflazione la cedola sarebbe nulla.
Questa tipologia è adatta per coloro i quali si aspettano un’inflazione galoppante.
Il post non costituisce sollecitazione del pubblico risparmio.

domenica 18 luglio 2010

HSBC BANK - CPI FIXED 31.10.2013 EUR

Adesso facciamo un esempio di un titolo la cui cedola è legata all’inflazione, in particolare questa è calcolata come somma tra l’inflazione e uno spread.
Come detto nel post del primo Luglio questa metodologia è adottata molto dalle banche (anche lo stato austriaco ha utilizzato questa tecnica).
Vediamo un esempio che non costituisce sollecitazione del pubblico risparmio; prendiamo il bond emesso da HSBC durata quinquennale, nei primi 3 anni la cedola annuale è indicizzata all’inflazione europea (ex tabacco) + 1,75%, in caso di inflazione nulla o negativa rimane solo 1,75%.
Quindi per esempio se l’inflazione è dell’1,5%, la cedola lorda sarà data da 1,5+1,75= 3,25%.
Come vedete rispetto al metodo esaminato la volta scorsa, il calcolo è più facile, ma il capitale non si rivaluta automaticamente; in pratica bisognerebbe reinvestire ogni volta la cedola, per avere una migliore protezione dall’inflazione.

domenica 11 luglio 2010

BTPi 15/09/14

Esaminiamo il BTP con scadenza 15/09/14 che è stato emesso il 15/09/2003; come vi ho detto nel precedente post, i bonds emessi dagli stati legati all’inflazione utilizzano un coefficiente inflattivo.
Questo coefficiente inizia da uno per poi incrementarsi in base all’inflazione, ma in caso di deflazione scende, comunque non può scendere al di sotto di uno; pertanto chi acquista in sede di emissione e aspetta la scadenza non subirà perdite (default permettendo) in conto capitale.
La tipologia in oggetto si basa su una cedola fissa (ovviamente minore rispetto all’equivalente tasso fisso) moltiplicata per un coefficiente; ipotizzando di acquistare il BTP di cui sopra giorno 12 luglio al prezzo di 102,85, il coefficiente al 15/7 (ricordatevi dei tre giorni borsa) è dell’1,14121, quindi bisognerà moltiplicare sia 102,85 che la cedola per questo coefficiente.
Preciso che i nostri BTP sono indicizzati all’inflazione Euro e non italiana, mentre alla borsa di Lussemburgo è quotato un titolo della nostra Repubblica indicizzato all’inflazione italiana.
I titoli inflation linked non si possono paragonare ai titoli a tasso variabile, perché se i tassi dovessero salire e l’inflazione rimanere ferma i titoli soffrirebbero.
Nell’area Euro gli Stati che oltre all’Italia emettono detti bonds sono: Germania, Francia, Grecia.
È bene acquistarli in una fase di bassa inflazione, perché se investissimo quando l’inflazione è alta, i prezzi sarebbero già cari.
In conclusione si può dire che questi titoli in un portafoglio non possono mancare.

giovedì 1 luglio 2010

Obbligazioni inflation linked

Oggi ci occupiamo dei titoli legati all’inflazione, in circolazione ve ne sono di tre tipologie.
La tipologia più complicata la utilizzano gli stati e qualche corporate, essa si calcola moltiplicando sia la cedola fissa per un coefficiente inflattivo, sia il corso secco del titolo per lo stesso coefficiente inflattivo; pertanto sia il capitale che gli interessi sono legati all’inflazione.
Poi le banche e gli emittenti sovranazionali utilizzano le rimanenti 2 modalità, la prima consiste nel calcolare la cedola come una somma tra l’inflazione ed uno spread, l’altra riguarda la moltiplicazione tra l’inflazione ed un coefficiente già prefissato; in entrambi i casi il valore nominale alla scadenza è sempre quello.
Prossimamente esamineremo una tipologia alla volta con relativo esempio.

giovedì 24 giugno 2010

IL PREMIO PER IL RISCHIO

Il premio per il rischio di un’obbligazione è una delle componenti che determinano il prezzo di un bond.
Qualcuno confonde l’aumento del premio per il rischio con l’aumento dei tassi ma sono due cose diverse.
In effetti se per esempio posseggo un bond a tasso fisso e aumentano solo i tassi d’interesse il mio bond si deprezza, se invece ad aumentare è solo la probabilità di default, anche in questo caso l’obbligazione si svaluta; quindi in questi 2 casi le conseguenze sono analoghe.
Se ad aumentare sono contemporaneamente sia i tassi d’interesse che il premio per il rischio, il deprezzamento dell’obbligazione avverrebbe in maniera più forte rispetto ai casi precedenti.
Adesso ipotizziamo di possedere un’obbligazione a tasso variabile legata all’Euribor, se aumentano solo i tassi d’interesse l’obbligazione rimane sostanzialmente stabile di prezzo, se invece ad aumentare è la probabilità di default dell’emittente l’obbligazione si svaluterà.
Concludendo vi dico che se vi è un’ aspettativa di aumento dei tassi d’interesse ci si può difendere con le obbligazioni legate all’Euribor, mentre per difendersi dall’aumento del premio per il rischio bisogna puntare su titoli brevi oppure per i portafogli non piccoli si possono comprare ETF obbligazionari short in minima parte del portafoglio.

lunedì 14 giugno 2010

OBBLIGAZIONE BARCLAYS IN COLLOCAMENTO

In questi giorni alcune banche italiane stanno collocando un’obbligazione della Barclays a 7 anni con cedole trimestrali, il bond offre per i primi 2 anni un rendimento annuale fisso del 2%, mentre per i successivi 5 anni diventa un tasso variabile indicizzato all’Euribor a 3 mesi + un premio dell’0,45%.
Leggendo il prospetto informativo si nota che le commissioni di collocamento ammontano alla bellezza del 3,50%, il bond in oggetto è valutato a 96,50; quindi chi ne compra 10000€ paga 350€ per commissioni di collocamento, ma non se ne accorge perché apparentemente non si spende nulla, ovviamente chi li colloca si guarda bene di avvisare il risparmiatore.
Guardando i rendimenti offerti da questo bond, si vede come sono bassi, ipotizzando tassi costanti il rendimento effettivo è dell’1,42%; pensate che lo stesso emittente a Piazza Affari ha quotato un’obbligazione che scadrà nel 2014 ed è legato all’Euribor 6 mesi +1,20%!
Immaginando di acquistare quest’ultima il 30/6 (giorno di emissione della nostra obbligazione) a 99,60 e supponendo tassi costanti, il rendimento effettivo sarà del 2,58%!
In conclusione vi dico che dai collocamenti bancari bisogna stare alla larga.

lunedì 7 giugno 2010

IL BILANCIO DEGLI STATI

In Ungheria con il cambio di maggioranza è venuto alla luce un buco di bilancio lasciato dal precedente governo, come fece la Grecia (anche se quest’ultima rispetto all’Ungheria aveva truccato i conti alla grande).
Come scritto nel post del 4 marzo dove mettevo in guardia dal rischio bilanci falsificati, ribadisco che questo rischio mi inquieta infatti i bilanci non sono trasparenti, sono opachi, non vi è nemmeno una parvenza di controllo da parte di terzi (ciò avviene per le società quotate in borsa), i governi si gesticono i conti a loro piacere.
In Europa Eurostat elabora le statistiche dei bilanci degli Stati, ma si basa su dati forniti dai governi, infatti del falso in bilancio della Grecia non si era accorta.
Temo che dopo la Grecia e l’Ungheria altri Stati possano avere questi problemi perché costato che nessun governo si batte per la trasparenza dei bilanci, della nascita di controllori indipendenti dei conti, ho l’impressione che in tanti abbiano scheletri nell’armadio.
Dio non voglia che i nostri conti siano truccati perché ciò sarebbe disastroso.
Alcuni di voi investono tutto il portafoglio in un titolo di Stato ciò è assolutamente sbagliato per diversi motivi, fra cui questo; pertanto il mio consiglio è diversificare magari comprando qualche bond sovranazionale.

lunedì 31 maggio 2010

LA MANOVRA E' MEDIOCRE!


La manovra da 24,9 MLD in 2 anni è insufficiente sia dal punto di vista della quantità che della qualità.
Come scritto in passato servono molti più soldi, inoltre quella cifra è biennale e non annuale.
Quanto alle misure, ve ne sono alcune una tantum come il condono edilizio, come sempre si prevedono grosse entrate derivanti dalla lotta all’evasione fiscale che poi non si verificheranno, o si sovrastima il PIL; invece come provvedimenti rigorosi abbiamo i tagli agli enti locali, ad altri enti, il blocco dell’aumento degli stipendi (ecco perché scrivo di manovra mediocre ma non pessima dal punto di vista del rigore).
Per raddrizzare la baracca servono “lacrime e sangue” che un governo politico non è in grado di fare, situazione resa ancora più complicata dalla promessa di Berlusconi di non aumentare le tasse.
Giustamente in questi giorni i nostri titoli di Stato si stanno ulteriormente svalutando, se non si cambia la manovra nel senso dell’austerità o peggio la si annacqua la speculazione alzerà la testa, a quel punto saremo costretti a varare una stangatona, probabilmente a Palazzo Chigi non ci sarà più Berlusconi ma un tecnico (Draghi, Monti o Tremonti) che dovrebbe raddrizzare la baracca ma con probabili rivolte sociali, dato che bisognerà agire da una parte aumentando le tasse e dall’altra tagliando pesantemente lo stato sociale.
Alla luce di ciò è ovvio che bisogna stare alla larga dai titoli della nostra Repubblica.
Il CCT 1/3/17 ci fa vedere l’ulteriore calo di questa settimana, prima sui rumors di questa manovra debole, poi la conferma.
Mentre scrivo leggo che nella maggioranza di governo vi sono profonde spaccature sulla manovra, credo che ciò peggiori la situazione ed acceleri l’uscita di scena di Berlusconi.
Come si vede ci attenderanno tempi duri.

lunedì 24 maggio 2010

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

Come sapete è scoppiato il bubbone dei debiti dei paesi mediterranei dell’Euro, in questo momento secondo me il rapporto rischio rendimento non è adeguato, nel senso che i rischi di questi paesi non sono ben remunerati (solo la Grecia offre rendimenti decenti), pertanto è bene stare alla larga in quanto si guadagna poco rischiando seriamente il deprezzamento dei prezzi; a tal proposito ricordo che la BCE sta sostenendo le quotazioni di questi titoli, ma non è detto che in futuro cambi idea perché alla Bundesbank questa misura non è gradita.
Per quanto riguarda l’Italia siamo alle prese con il varo della manovra, apprendo con viva preoccupazione della lite Tremonti- Berlusconi, se dovesse passare la linea del risanamento ridicola delineata dal nostro Presidente del Consiglio, per i nostri titoli di Stato si prospetterebbe un attacco micidiale della speculazione; ricordo che l’Italia da qui alla fine dell’anno deve rifinanziare titoli per la bellezza di circa 250 MLD di €!
Quanto alle banche europee (come già detto nel precedente post), data la situazione debitoria in cui versano gli Stati, vi è la possibilità di default di istituzioni non di grandi dimensioni, in pratica è ciò che sta avvenendo da mesi negli USA; in Italia non vi è la mentalità di far fallire le banche, pertanto credo che eventuali istituzioni in difficoltà saranno salvate da quelle più grosse, comunque lo Stato non ha soldi per salvarle.
Ricordo che le banche dell’area Euro sono esposte ai PIIGS.
Per quel che concerne i tassi, la BCE ha le mani legati da questa situazione, quindi vi è poco spazio per alzarli.
Alla luce di ciò è bene fare entrare nei portafogli corporate, chi poi ha una propensione al rischio bassa deve scegliere emittenti di ottima qualità, gli altri possono comprare anche obbligazioni di media qualità; diversificare l’area geografica, non concentrarsi solo sulle nostre società, per esempio nei paesi scandinavi tira aria salubre.
Infine la diversificazione valutaria, sconsiglio l’acquisto a chi ha una propensione bassa e possiede un piccolo patrimonio; viceversa chi ha una propensione media ed un patrimonio non piccolo li può inserire, in una parte di questo.

venerdì 21 maggio 2010

Default vicino per una banca tedesca?

La decisione presa in fretta e furia da una parte, senza aspettare un accordo con le altre nazioni europee, di vietare la vendita allo scoperto dei titoli di Stato della zona euro ammessi ai mercati tedeschi, dei credit default swaps sugli stessi e delle prime 10 istituzioni finanziarie del Paese e dall’altra parte il discorso del cancelliere Merkel tenuto di fronte al Parlamento in cui afferma che bisogna evitare che le banche non possano più "estorcere" risorse allo Stato, mi fa pensare che possa diventare insolvente una banca tedesca di medie dimensioni.
Personalmente ho un’idea di quale banca possa trattarsi, ma non si può dire perché rischierei una denuncia per aggiotaggio, quello che vi posso dire che la banca in questione è già in crisi da qualche anno; in ogni caso il vento per le banche sta cambiando, gli Stati europei che si sono indebitati per salvare tutte le banche mettendosi loro stessi nei guai, non sono più disposti a farlo per le banche di medie e piccole dimensioni.

giovedì 13 maggio 2010

Catastrofe scampata! (Per adesso)

Tremonti sostiene che abbiamo rischiato la catastrofe ed è proprio così.
I mercati hanno attaccato pesantemente i PIGS, aleggiava lo spettro del default del Portogallo e della Spagna.
Se fosse avvenuto il default della Spagna sarebbe saltato il sistema finanziario, perché il contagio sarebbe subito arrivato all’Italia, in quanto siamo molto indebitati e non avremmo retto ad un forte aumento dei tassi; il default dei PIGS avrebbe messo in ginocchio banche ed assicurazioni europee, la Germania stessa sarebbe entrata in crisi, inoltre sarebbero anche falliti molti corporate di non ottima qualità.
Di fronte a questa prospettiva vi è stato un fuggi fuggi dai bonds, dall’Euro, ovviamente dall’azionario, si è cercata la sicurezza nell’oro ed in quei pochi bond che offrivano la massima qualità. Pertanto sul mercato obbligazionario è aumentato in poche ore in maniera esponenziale, il premio per il rischio; vi assicuro che è stata impressionante la forza, la potenza, con cui si sono mossi gli speculatori.
Essi fanno il loro lavoro, anzi potevano attaccarci prima; i paesi area Euro sono pieni di debiti, nemmeno molti paesi emergenti sono in questa situazione.
L’attacco è stato possibile perché insieme all’Euro non è stata fatta l’Unione politica, quando si riuniscono i capi di Stato si litiga come in una assemblea condominiale, gli speculatori sono sensibili a ciò.
Con questo piano giustamente denominato “salva Stati” si è messo una grossa toppa, ma i problemi restano; un altro motivo per cui si è verificata la crisi è stato il mancato rispetto del patto di stabilità, se l’avessero rispettato alla lettera non saremmo qua a discutere, ma lor signori non vogliono far fare sacrifici ai cittadini (tranne quando sono costretti dai mercati) perché altrimenti perdono le elezioni, sono incoscienti.
Quindi ci deve pensare la speculazione a ricordare a tutti i politici che i bilanci vanno risanati, così adesso Tremonti varerà una manovra da 25 MLD di € anziché i 5 MLD inizialmente previsti (cioè non voleva risanare), ma secondo me non basteranno, ne serviranno molti di più.
Dopo la Grecia, anche la Spagna ha tagliato gli stipendi ai dipendenti pubblici, chissà se toccherà a noi la stessa sorte, in ogni caso per rimanere nell’Euro saranno necessari “lacrime e sangue” (in questo contesto Tremonti non ha minimizzato l’accaduto parlando di “catastrofe”, perché intende preparare il terreno per la stangata).
Giorno 24 valuteremo lo scenario che si prospetta per i bonds.

lunedì 10 maggio 2010

Giovedì faremo il punto della situazione

Scusate se in questi momenti sto scrivendo poco, ma questo mese non ho molto tempo da dedicare al blog, vi consiglio di essere prudenti perchè il calo dell'Euro di questo pomeriggio preoccupa, inoltre Piazza Affari si sta comportando come una borsa da terzo mondo in quanto estremamemte volatile; anche questo è un segnale di debolezza della nostra nazione.
Per aggiornamenti in tempo reale vi rimando al blog principale.

lunedì 3 maggio 2010

La speculazione ci stava attaccando!


Berlusconi e buona parte della stampa in questi giorni hanno sostenuto che i nostri titoli di Stato sono affidabili, in realtà le cose non stanno proprio così.
Nei giorni scorsi i nostri bond hanno iniziato a soffrire la tragedia greca, il CCT 1/03/17 giorno 20 aprile ha chiuso al prezzo di 98,15, giorno 26 era a 97,75, il giorno seguente, nel pieno della crisi, subiva un tonfo chiudendo 96,89, l’indomani ulteriore limatura a 96,82, per poi iniziare il rimbalzo in seguito al salvataggio.
Dal 20 al 28 i CCT in oggetto hanno perso (98,15- 96,82) la bellezza dell’1,33%, tanto se si considerano titoli a basso rischio e rendimento, immaginatevi lo stato d’animo del risparmiatore che li aveva acquistati, pensate proprio lui che aveva propensione al rischio bassa, come si sentiva giorno 28; Il grafico alla vostra destra illustra ciò.
A fine aprile i media sottolineavano come l’asta dei nostri titoli sia stata ottima, in realtà è vero che vi sono stati più investitori rispetto all’offerta, ma vi è stato un calo rispetto al passato.
Senza il piano di aiuti anche i nostri amati titoli di Stato sarebbero finiti nel tritacarne della speculazione.

lunedì 26 aprile 2010

LA GRECIA E L’EURO 2

Come sapete la Grecia è prossima al default, solo il piano di salvataggio potrà evitare temporaneamente il peggio.
Questa faccenda mi crea preoccupazioni, vediamo quali.
Innanzitutto non vi è certezza che il piano di salvataggio vada a buon fine perché i tedeschi solo riluttanti a pagare la mala gestione della Grecia che - lo ricordiamo- ha tra l’altro vergognosamente truccato i conti per entrare nell’Euro; da qui l’uscita di Tremonti, secondo il quale se brucia la casa del vicino, anche se ciò è per colpa sua, bisogna intervenire, altrimenti l’incendio si propagherà da noi (i tedeschi si sentono forti, non temono un incendio in casa loro, in realtà un’insolvenza della Grecia metterebbe in difficoltà le loro banche troppo esposte su questa nazione, insieme alle banche francesi).
Il nostro ministro dell’Economia e delle Finanze sa che poiché l’Italia è molto indebitata, subirebbe un danno da un eventuale default della Grecia che farebbe alzare di brutto gli interessi degli altri paesi deboli.
Quindi la certezza che il piano di aiuti possa non concretizzarsi è una prima preoccupazione, ma quella più grande riguarda la possibilità che, anche se gli aiuti fossero concessi (ipotesi probabile) non basteranno in quanto il rapporto Deficit/PIL è fuori controllo, inoltre gli ellenici stanno pagando interessi al 10%, ciò aggrava la situazione, anche sui prestiti che venissero concessi dovrebbero pagare il 5%, che non è poco; quindi per rientrare occorreranno “lacrime e sangue”, si rischia una fortissima recessione e la rivolta sociale.
Intanto la speculazione ha iniziato ad attaccare il Portogallo, prossima vittima designata, vi è il rischio che dovremmo nuovamente intervenire, ma non possiamo materialmente salvare ogni nazione in difficoltà; per quel che riguarda l’Italia la situazione non è rosea, secondo le previsioni dell’FMI il PIL crescerà nei prossimi due anni dell’1,2% contro il 2% previsto dal governo, ciò significa che per rispettare gli impegni presi in tema di bilancio occorreranno nei prossimi 3 anni ben 72 miliardi di €! (fonte “il Fatto Quotidiano”).
Come vedete la situazione è critica, gli sviluppi della crisi sono imprevedibili, per l’Euro si preparano tempi duri, chissà, nascerà l’Euro 2?

lunedì 12 aprile 2010

LA STAGFLAZIONE


Il termine stagflazione indica la contemporanea presenza di un'attività produttiva che non cresce (stagnazione) e di un persistente aumento dei prezzi (inflazione).
Ho l’impressione che stiamo entrando in questo scenario vissuto negli anni settanta, certo l’inflazione non sarà altissima come allora, ma avremo in comune con quegli anni la caratteristica che i tassi d’interesse saranno più bassi dell’inflazione.
I dati stimati dell’inflazione area Euro a Marzo ci dicono che l’inflazione è dell’1,5% in un anno, a fronte dei tassi di riferimento BCE dell’1%, con l’Euribor a 3 mesi di appena l’0,64%; ciò accade perché la BCE, non sta drenando la liquidità e non alza i tassi e nemmeno minaccia di farlo.
Il motivo di questo atteggiamento guardingo è dovuto al fatto che se la nostra banca centrale alzasse i tassi ritorneremmo in recessione, allora sta a guardare, così l’inflazione sta rialzando la testa a causa dell’aumento delle materie prime, petrolio in testa, sia perché stiamo assistendo al forte indebolimento della nostra divisa; quindi l’inflazione sta aumentando in un contesto di stagnazione economica, è così che rischiamo la stagflazione.
Se lo scenario è questo, è bene che nei portafogli vi siano bonds legati all’inflazione, dalla prossima settimana illustreremo come funzionano questi titoli.
Intanto nel grafico a destra (tratto dal sito beppescienza.it) potrete osservare come in alcuni anni settanta ed inizio ottanta, i rendimenti dei BOT siano stati negativi rispetto all’inflazione.

sabato 3 aprile 2010

AUGURI


Lo ZIO e MERCATOLIBERO augurano a tutti i lettori, clienti e alle loro famiglie i più sentiti Auguri di buona Pasqua.
Il blog riprenderà la normale attività dal giorno 12/04/2010.

PROMOZIONI IN CORSO

Chi acquista l'abbonamento annuale al portafoglio base usufruirà di un allungamento gratuito del contratto di due mesi.
E' stata prorogata al 30 Aprile l'offerta di lancio del portafoglio speciale; ricordo che i clienti al 24 Febbraio del portafoglio base, potranno acquistare a prezzi agevolati il portafoglio speciale.

giovedì 25 marzo 2010

OBIETTIVO RAGGIUNTO + 3%

Come saprete ZIO BOND ha creato due portafogli per i suoi lettori, uno base e l’altro speciale.
Ricordo le caratteristiche salienti del portafoglio base: propensione al rischio del risparmiatore media, valuta dei titoli in Euro, obiettivo minimo non garantito tasso BCE + 2%; la duration dei titoli viene decisa in base alle fasi di mercato, in questo momento è piuttosto bassa.
Ebbene dopo appena sei mesi e mezzo, con il portafoglio a regime da Dicembre, abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato alla vigilia ovvero il 3%, detta performance è al netto di imposte e di costi di negoziazione di 10 € a titolo. Tale risultato a mio avviso è lusinghiero, in quanto raggiunto consigliando molti titoli a breve scadenza e un solo bond non investment grade; se avessi suggerito obbligazioni a lunga scadenza la performance sarebbe stata probabilmente maggiore, ma i rischi sarebbero stati notevoli.
Nel portafoglio base vi sono alcuni titoli che sono saliti troppo e pertanto non è conveniente acquistare, in questo caso bisognerà aspettare il ricambio che potrà avvenire in 3 modi: scadenza del bond (molti titoli hanno scadenza ravvicinata, ne è già scaduto uno), rimborso anticipato (qualche obbligazione in portafoglio possiede questa opzione, un’obbligazione è stata rimborsata anticipatamente), vendita anticipata (qualora fosse conveniente vendere) dei titoli.
Sorpresa pasquale: chi aderisce entro il 10/04 usufruirà di un abbonamento annuale prorogato gratuitamente di 2 mesi!!!
Per saperne di più scrivere a mercatoliberobond@gmail.com

Avvertenze: chi acquista il portafoglio deve essere consapevole che BSI e chi prepara il portafoglio non si riterranno responsabili di eventuali vostri acquisti effettuati; inoltre dovete sapere che le informazioni contenute nel portafoglio non costituiscono sollecitazioni al pubblico risparmio, né raccomandazioni personalizzate, trattandosi unicamente d’informazione standardizzata rivolta al pubblico; infine l’utente prende atto che alcuni titoli potrebbero essere nel portafoglio di chi prepara il report, pertanto sorge un potenziale conflitto d’interessi.
Al cliente spetta decidere se e quali investimenti effettuare, perché questo portafoglio, come tutti i nostri portafogli, costituisce una ricerca, uno studio, uno spunto su investimenti da effettuare.
Infine ricordo che i rendimenti passati non valgono per il futuro.

domenica 14 marzo 2010

BOND ENEL: IL PUNTO

Oggi facciamo il punto del bond Enel a TV che è stato recentemente collocato.
Questo bond come del resto quello a TF (come da me previsto), è salito oltre il 2%.
Quest’obbligazione è sopravvalutata, vediamo il perché.
Venerdì il prezzo dell’obbligazione TV Enel scadenza il 26/02/16 ha raggiunto un prezzo massimo di 102,28, pertanto il Discount Margin (abbreviato DM) è stato dell’0,34! Ovvero meno della metà dello spread previsto dai collocatori, poi giustamente sono intervenute le vendite ed ha chiuso vicino ai minimi di giornata a 102,04, con un DM di 0,38.
Al MOT è quotato un altro bond Enel a TV con scadenza 14/01/15 (detto titolo è nel portafoglio obbligazionario base, facendo sorgere pertanto un potenziale conflitto d’interessi), Venerdì ha chiuso a 101,92, con un DM dell’0,40; generalmente più lunga è la scadenza di un titolo più esso è rischioso, ma in questo caso ciò non avviene perché il titolo che scade oltre un anno prima presenta un rendimento migliore.
Ciò è dovuto al fatto che molti risparmiatori conoscono solo questo titolo e se lo comprano, in ogni caso non sono in grado di fare questi calcoli.
Concludendo poiché siamo di fronte ad una bolla su questo titolo, non escludo qualche altro piccolo rialzo, comunque il mio consiglio è chiaramente di non comprare, ma di prepararsi a vendere magari sperando che arrivi intorno a 102,50, in questo caso il DM sarebbe solo di 0,31, vedete voi.

giovedì 4 marzo 2010

ATTENTI AI BILANCI FALSIFICATI

Prendendo spunto dalla situazione della Grecia, dove la crisi è esplosa quando si è scoperto un grosso buco di bilancio, favorito dal cambio di governo che ha messo in luce il fatto che i conti erano truccati, vorrei parlare del falso in bilancio.
Il New York Times in un articolo apparso lo scorso mese scriveva che anche la nostra nazione nel 1996 ricorse a trucchi contabili simili a quelli della Grecia.
Personalmente credo che siamo (da sempre) di fronte ad una prassi che consiste in abbellire i bilanci, non solo di Stati ma anche di corporate, così apparendo con meno debiti, si pagano meno interessi, tanto chi deve controllare l’autenticità del bilancio è “distratto”.
Per noi investitori esterni all’emittente è impossibile capire la veridicità del bilancio.
Mi sento comunque di dare questi consigli: diversificare in un portafoglio inserendo numerosi emittenti, guardare il management dell’azienda o dello Stato, soprattutto stare alla larga da emittenti estremamente indebitati in quanto se si scopre un buco si rischia il default, invece con un emittente non molto indebitato, un eventuale buco di bilancio si trasforma in un deprezzamento del bond, non in un default; state attenti a società che qualche anno fa sembravano ad un passo dal baratro ed adesso sembrano in buona salute.
Infine date poca importanza ai rating perché le società che lo stabiliscono sono in conflitto d’interessi, in quanto sono pagati dal debitore.
Termino con una frase del banchiere Enrico Cuccia che rivolgendosi al giudice afferma “Perché lei, nella sua vita, ha mai visto un bilancio non falso?”.

giovedì 25 febbraio 2010

Nasce il Portafoglio Speciale

Il primo Marzo nasce un portafoglio obbligazionario, che possa inserire obbligazioni anche con taglio minimo da 50.000 Euro al fine di ottenere un'adeguata diversificazione; tale inserimento non era possibile nel primo portafoglio.
In questo caso il portafoglio è rivolto a investitori che posseggano almeno 500.000€ o private bankers, responsabili uffici titoli, promotori e consulenti che vogliono avere una guida e degli spunti operativi nel panorama obbligazionario.
Questo portafoglio parte con un capitale “virtuale” di 1.000.000 di Euro.
Chi acquista il portafoglio deve essere consapevole che BSI e chi prepara il portafoglio non si riterranno responsabili di eventuali vostri acquisti effettuati; inoltre dovete sapere che le informazioni contenute nel portafoglio non costituiscono sollecitazioni al pubblico risparmio, né raccomandazioni personalizzate, trattandosi unicamente d’informazione standardizzata rivolta al pubblico; infine l’utente prende atto che alcuni titoli potrebbero essere nel portafoglio di chi prepara il report, pertanto sorge un potenziale conflitto d’interessi.
Al cliente spetta decidere se e quali investimenti effettuare, perché questo portafoglio, come tutti i nostri portafogli, costituiscono una ricerca, uno studio, uno spunto su investimenti da effettuare.

Adesso vediamo le caratteristiche:
- Abbonamento annuale o semestrale;
- Costo annuale: Euro 890 + IVA (20%), offerta di lancio per il mese di Marzo Euro 720 + IVA (20%); i clienti al 24/02 del portafoglio obbligazionario pagheranno Euro 500 + IVA (20%), il motivo di questo sconto è anche dovuto al fatto che diversi titoli del portafoglio speciale sono contenuti nel portafoglio obbligazionario;
- Costo semestrale Euro 500 + IVA (20%); i clienti al 24/02 del portafoglio obbligazionario pagheranno Euro 300 + IVA (20%);
- Invio 2 volte al mese via posta elettronica (o ogni volta che il portafoglio verrà modificato);
- Grado di rischio: medio alto (ovviamente rispetto al rischio obbligazionario e non azionario).
Quanto alla performance prevista vi è da dire che nel mondo finanziario nessuno può sapere con certezza in anticipo la performance che si realizzerà, perché troppe sono le variabili in gioco; fatta questa premessa, aggiungo che mi reputerei soddisfatto se riuscissi a performare ogni anno un + 3% rispetto ai tassi BCE l’anno.

Condizioni non vincolanti del portafoglio:
1) è previsto un limite massimo per singolo emittente corporate pari al 15% del portafoglio;
2) ogni singolo titolo non potrà superare il 10% del portafoglio;
3) non è previsto limite all’utilizzo di obbligazioni subordinate e strutturate;
4) i titoli del portafoglio sono in diverse valute, anche se i titoli in Euro saranno prevalenti;
5) una parte minoritaria del portafoglio potrebbe essere costituita da strumenti finanziari non obbligazionari, a copertura parziale dei titoli: esempio se si prevede un rialzo dei tassi potrebbe essere suggerito uno strumento finanziario che ci copre contro detto rialzo; altro esempio, se si prevede un aumento del premio per il rischio a livello sistemico, sarà suggerito uno strumento finanziario che ci copre contro il previsto aumento del premio.

Il portafoglio speciale non è privo di rischi che possono influire negativamente sul valore degli investimenti, illustriamone i principali:
“ rischio tasso” ovvero un rialzo dei tassi d’interesse può generare perdite in conto capitale, comunque alla scadenza il prezzo dell'obbligazione è pari all’intero valore nominale;
“rischio emittente”, in senso stretto, si ha quando il debitore diventa insolvente, in senso più ampio consiste in un innalzamento del premio per il rischio, dovuto ad un aumento della probabilità di default, detto innalzamento del premio può riguardare il singolo titolo, od essere generalizzato su tutti i bonds;
“rischio inflazione” consiste in una perdita di potere d’acquisto del portafoglio;
“rischio liquidità” consiste nella difficoltà se non nell’impossibilità di smobilizzare anticipatamente i titoli obbligazionari presenti in portafoglio, se si riesce a trovare una controparte acquirente si ricava un prezzo più basso rispetto a quello di mercato;
“rischio cambio” è legato a variazioni avverse dei prezzi della valuta estera nella quale si è investito;
“rischio copertura del portafoglio”, consiste in una perdita dell’investimento qualora il mercato finanziario si muovesse in direzione opposta allo strumento finanziario.

Chi fosse interessato invii un’e-mail a: mercatoliberobond@gmail.com

Altre informazioni

Il grosso dei titoli sarà suggerito durante il mese di Marzo.
La duration del portafoglio sarà variabile in base alle nostre aspettative delle condizioni macroeconomiche.
Per massimizzare il rendimento è consigliabile l'utilizzo di una banca online che faccia pagare poco la singola transazione in acquisto o vendita (max 10 euro per eseguito). Vi ricordo che abbiamo un accordo con una Banca OnLine primaria per pagare 7 Euro per operazione.
I mercati in cui saranno negoziate le obbligazioni suggerite saranno: il mercato regolamentato MOT, e i sistemi multilaterale di negoziazione come ExtraMOT, EuroTLX, Hi-mtf; diversi bonds saranno OTC.
Capiterà di suggerire un titolo che poi potrebbe essere revocato o di effettuare una modifica al prezzo, oppure potrebbe succedere che l’ordine scada senza aver effettuato l’acquisto, in tal caso nella scelta della banca bisogna tener conto di ciò perché alcune banche fanno pagare gli ordini revocati o non eseguiti. A proposito di banche, qualcuna chiede delle “piccole” commissioni sullo stacco delle cedole, dato che ciò avverrà piuttosto frequentemente per via del frazionamento del portafoglio, ne segue che vi converrà modificare le condizioni contrattuali o cambiare banca.
Informo che alcune banche fanno pagare anche dei costi per la custodia dei titoli.
Per quanto riguarda la movimentazione del portafoglio penso che questa non sarà frequente; chiaramente se col passare del tempo mi rendessi conto che il titolo non è più conveniente, consiglierei la vendita anticipata, altrimenti si aspetterà la scadenza risparmiando il costo di negoziazione.
Infine per quel che concerne la quantità dei titoli in portafoglio, vi dico che quando quest‘ultimo sarà a regime vi saranno oltre 25 titoli.

Chi fosse interessato invii un’e-mail a: mercatoliberobond@gmail.com

mercoledì 24 febbraio 2010

+0,73% SPREAD ENEL

E' stato fissato nella parte bassa della forchetta lo spread dei 2 bonds ENEL pari all' 0,73%.
Giorno 26 debutteranno a Piazza Affari, prevedo che entrambi saliranno di prezzo, pertanto il mio consiglio è di non acquistarli, ma di cambiare cavallo.

giovedì 18 febbraio 2010

BONDS ENEL: CHIUSURA ANTICIPATA!

Dato l'enorme successo, il collocamento (come da me previsto) si chiude Venerdì.
Il riparto sarà pesantissimo.
Un consiglio per chi volesse speculare (cioè colui che aderisce al collocamento con lo scopo di vendere dopo qualche giorno), è bene che punti sul tasso fisso, dato che il grosso della domanda si sta concentrando appunto sul tasso fisso.

lunedì 15 febbraio 2010

CARATTERISTICHE SALIENTI AI 2 BONDS

I bonds sono due, uno a TF e l’altro a TV, hanno durata di 6 anni; si possono prenotare con multipli di 1000 €, mentre il lotto minimo è di 2000 €.
I collocamenti iniziano oggi e si chiuderanno il 26 febbraio alle ore 13:30 (salvo probabile chiusura anticipata), le sottoscrizioni fuori sede si chiuderanno giorno 19 febbraio alle ore 17:00; attenzione non è possibile aderire online!
Il mio consiglio per chi volesse aderire, è di farlo in questa settimana, perché in caso di successo il collocamento si chiuderebbe questo Venerdì.
È prevista, dopo la chiusura del collocamento, le quotazioni al MOT.

ENEL TF


Adesso esaminiamo la TF.
La cedola sarà pagata una volta l’anno in via posticipata ed è calcolata dalla somma di un margine (compreso tra 65 e 125 punti base e determinata alla fine dell'offerta) con il tasso mid swap a 6 anni; il prezzo di emissione sarà inferiore a 100% del valore nominale e, comunque, non inferiore al 99%; sia il rendimento che il prezzo saranno comunicati entro 5 giorni lavorativi dalla conclusione dell’offerta.
Prezzo di rimborso sarà alla pari a scadenza, in un’unica soluzione.
Quanto al calcolo della cedola va detto che vi è un arrotondamento pari al tasso di rendimento effettivo a scadenza, arrotondato all’ottavo di punto percentuale (e cioè allo 0,125%) inferiore.
Entriamo nel dunque ed esaminiamo un esempio che c’è nel prospetto informativo.
Lo scorso 5 febbraio il tasso mid swap era 2,728%, ipotizzando che lo spread sia il minimo cioè 0,65%, che il tasso mid swap sia di 2,728% (questo è lo scenario 2 descritto dal prospetto), che il prezzo d’emissione sia 99,98%, otterremo che il “Tasso di rendimento annuo lordo effettivo a scadenza” è pari a 3,378% (ottenuto dalla somma di 2,728% + 0,65%); se togliamo il 12,50% d’imposta, otterremo il “Tasso di rendimento annuo netto a scadenza” pari a 2,956%. Se vogliamo ottenere il tasso d’interesse nominale, dobbiamo arrotondare allo 0,125% per difetto il “Tasso di rendimento annuo lordo effettivo a scadenza” e quindi avremo 3,375%.
Adesso analizziamo la tabella e concentriamoci sullo scenario 2 che prevede lo spread minimo di 0,65% (per gli altri 2 scenari il confronto non è sensato): notiamo che il nostro bond, essendo un corporate rende giustamente più dell’equivalente BTP, mentre se lo confrontiamo con il bond a tasso fisso Enel scadenza 2016 rende molto meno, infatti quel bond ha un premio dell’1%; allora se ne deduce che l’emissione a tasso fisso non è conveniente?
Le cose non stanno così, perché l’obbligazione 2016 ha un importo minimo negoziabile di 50000€, in questi casi quei bonds rendono di più perché sono pochi i risparmiatori che possono fare quell’investimento, viceversa i tagli da 1000 sono molto richiesti, anche perché ultimamente molti collocamenti presentano taglio minimo elevato, pertanto la troppa domanda abbassa lo spread.
Al 5 febbraio l’obbligazione Enel a TF scadenza 14/01/2015, presentava un premio dell’0,38% sui corrispondenti tassi swap, la nostra obbligazione scadrà oltre l’anno successivo, quindi il premio poteva essere dell’0,50%, pertanto un margine del’0,65% non è male per un investitore retail; viceversa un grosso risparmiatore deve stare alla larga da questo bond.

ENEL TV


La cedola sarà pagata due volte l’anno in via posticipata ed è indicizzata all'Euribor a 6 mesi più un margine compreso tra i 65 e i 125 punti base; prezzo d’emissione alla pari, rimborso in unica soluzione alla pari.
Guardando il prospetto ed esaminando lo scenario 2, ipotizzando l’Euribor a sei mesi pari a 0,965%, uno spread minimo di 0,65% ricaveremo il tasso d’interesse annuo lordo (0,965%+0,65%) 1,615%; togliendo l’imposta, otterremo 1,413% che è il tasso d’interesse annuo netto; se facciamo il confronto con il corrispondente CCT (bisogna ricordare che il tasso d’interesse di questo CCT è stato fissato a dicembre), guadagneremo uno 0,458% in più l’anno (lordi) a favore di Enel.
Se esaminiamo l’obbligazione Enel a TV con scadenza 14/01/15, il Discount Margin di quest’obbligazione al 5 febbraio era dell’0,41%.
Anche per quest’obbligazione il premio minimo è interessante, addirittura in questo bond i grossi risparmiatori possono fare un pensiero ad aderirvi.

PRINCIPALI RISCHI

La società è molto indebitata, in futuro i mercati finanziari potrebbero chiedere un premio maggiore per il rischio, ciò deprezzerebbe i prezzi di mercato dei 2 bonds, inoltre chi sceglie il tasso fisso, in caso di aumento dei tassi d’interesse potrebbe vedere scendere il prezzo dell’obbligazione rispetto al collocamento. Per quest’ultimo motivo sconsiglio l’adesione del tasso fisso a chi ha una propensione al rischio bassa ed è cassettista.

mercoledì 10 febbraio 2010

I PI(I)GS


In inglese pigs significa maiali; con questo acronimo la stampa anglosassone apostrofa le nazioni dell’area Euro mediterranea, in quanto piene di debiti e con scarsa occupazione ovvero Portogallo, Italia, Grecia, Spagna, poiché anche l’Irlanda è nelle nostre stesse condizioni hanno aggiunto una i.
Come saprete a seguito della crisi delle banche, gli Stati che li hanno salvati hanno aumentato i loro debiti, ciò ha tranquillizzato i risparmiatori che hanno i soldi in banca, ma lascia gli Stati in balia della speculazione.
I primi a finire nelle fauci della speculazione sono stati coloro che già prima dell’attuale crisi erano indebitati; in particolare all’interno della nostra area Euro, la Grecia.
Nello scorso autunno in Grecia s’insedia un nuovo governo, il quale fa emergere bilanci pesantemente falsificati dal precedente governo, si scopre così che il deficit rapportato al PIL ammonta intorno al 13%, e non al 3,7%; i bonds vanno a picco e superano un interesse del 6%, si scommette sul default della nazione, anche perché se le nazioni forti dell’Euro salvassero oggi la Grecia, domani dovrebbero salvare altri Stati in difficoltà.
A questo punto entra in crisi il Portogallo in cui l’asta dei “BOT” va quasi deserta, nelle ore successive tocca alla Spagna i cui conti di bilancio risentono della disoccupazione a livelli spaventosi; dei paesi del PIGS rimane l’Italia in cui in futuro, se è vero quanto è stato scritto su “il Fatto Quotidiano” secondo il quale vi sarebbe un ammanco di 15 miliardi nei nostri conti pubblici, la speculazione ci presenterà il conto.
Quello che sta succedendo è che gli Stati con tutti questi debiti, non possono pagare “zero” d’interessi, ma il rischio deve essere remunerato; quindi prevedo in futuro un aumento del premio per il rischio.
Quanto alla Grecia credo che s’interverrà perché altrimenti finiranno nei guai tutti i paesi deboli dell’area, a quel punto nascerebbe l’Euro 2 che apporterebbe pochi vantaggi e tanti svantaggi, magari poi ne riparleremo.
Infine consiglio a chi tra di voi volesse investire sui bonds greci, confidando in un salvataggio, di effettuare gli acquisti in più spezzoni, in misura minima (3%) rispetto al portafoglio complessivo; inoltre bisogna avere una propensione al rischio elevata.
Lunedì prossimo ci dedicheremo al collocamento che si annuncia interessante dei 2 bonds Enel.

lunedì 1 febbraio 2010

DEXIA C-04/15 TARN

Adesso spieghiamo con un esempio il concetto di TARN (Targeted Accrual Redemption Note),a tal proposito esaminiamo l’obbligazione Dexia C-04/15 Tarn.
La caratteristica di questi titoli consiste nel rimborso anticipato automatico se la somma di tutte le cedole raggiunge il totale prestabilito, nel nostro caso il 25%.
In questo bond le prime 3 cedole erano prefissate, le altre derivano dal differenziale dei tassi Swap a 10 con quelli a 2, il risultato viene poi moltiplicato per 3,25.
In quest’obbligazione la somma delle cedole staccate con quella in corso è di 21,5045%, manca solo il 3,4955% per arrivare a quota 25%.
La prossima cedola sarà fissata a fine Maggio, al momento il differenziale è dell’1,74%, reputo poco probabile che in quella data sia inferiore a 1,075538% (detto valore proviene dal rapporto tra 3,4955/3,25), pertanto scatterà il rimborso anticipato il prossimo anno e la prossima cedola sarà del 3,4955%.
Ipotizzando di acquistare oggi al prezzo di 100,35, immaginando detto scenario, il rendimento effettivo netto al 4 Giugno 2011 è del 3,39%.
Ricordo che Dexia è una banca la cui solidità non è il massimo.

lunedì 25 gennaio 2010

Bei-3Ag20 Fix To Cms

Il presente bond è a titolo di esempio di come funzionano le “steepener”e non costituisce sollecitazione all’acquisto.
Riprendendo il nostro discorso sulle steepener volevo farvi vedere, a scopo didattico ,2 esempi; adesso esaminiamo una steepener classica, la settimana prossima esamineremo una “TARN”.
Si tratta dell’obbligazione “Bei-3Ag20 Fix To Cms”, quotata in Italia a Piazza Affari.
La cedola è determinata dalla differenza dei tassi Swap a 10 anni con quelli a 2, il risultato è moltiplicato per 4, è prevista una cedola minima dell’1% e massima dell’8%, è prevista la possibilità del rimborso anticipato.
Come vedete, l’emittente si è salvaguardato fissando un cap e prevedendo la possibilità del rimborso anticipato.
La cedola in corso è del 7,396%, quota intorno a 102,80; ipotizzando di acquistare oggi al suddetto prezzo, il rendimento effettivo netto in caso di rimborso anticipato è dell’0,95%.
Oggi il differenziale è dell’1,78%, quindi se la cedola fosse fissata oggi sarebbe del 7,12%; credo che a Luglio grosso modo il differenziale sarà questo. La possibilità del rimborso anticipato dipende dalle aspettative sui tassi dell’emittente, se è prevista una forte crescita economica con un forte rialzo dei tassi a breve, l’emittente non rimborserà perché dall’anno prossimo pagherebbe cedole molto più basse di adesso, viceversa se teme ancora tassi fermi rimborserà.
Personalmente dico che non conviene acquistare tale bond, perché essendo ancora lunga la scadenza, è possibile che il mercato giri al contrario nei prossimi anni, con questa tipologia è bene fermarsi a 3 anni, oppure scegliere qualche TARN.

lunedì 18 gennaio 2010

CONSIDERAZIONI SULL'ANNO 2010, SECONDA PARTE

La scorsa settimana ho scritto che molti Stati si sono indebitati, ebbene quest’aumento di debito nel momento in cui avverrà il drenaggio della liquidità, si dovrebbe tradurre in aumento dei tassi d’interesse, perché aumenterà l’offerta di bonds, nel frattempo la diminuzione di liquidità produrrà una diminuzione di domanda di bonds.
Quanto ai tassi di sconto, nel primo semestre dell’anno non “vedo” rialzi, nella seconda parte un lento rialzo soprattutto negli USA, dove i tassi sono vicini allo zero e stanno uscendo prima dalla crisi.
Ricordo che i mercati finanziari vivono di aspettative, per esempio se le banche centrali iniziano ad alzare i tassi in autunno, i tassi di mercato si potrebbero alzare qualche mese prima, a meno che la mossa della banca centrale sia a sorpresa.
Riguardo al rischio emittente, massima allerta sulla Grecia (di ciò si occupa spesso MERCATO LIBERO), ma anche su alcuni paesi dell’Est Europa; da osservare la Spagna, nazione in cui la disoccupazione è a livelli spaventosi, dulcis in fundo il nostro paese che all’interno dell’area Euro è lo Stato più forte tra i deboli.
Riepilogando, vista la debolezza della ripresa economica non mi aspetto nell’immediato un rialzo del costo del denaro, se ne riparlerà alla fine dell’anno; invece mi aspetto tra qualche mese il drenaggio della liquidità che dovrebbe attuarsi però con gradualità (sulle conseguenze vedere lo scorso post).

lunedì 11 gennaio 2010

CONSIDERAZIONI SULL’ANNO 2010

L’anno è appena iniziato, cerchiamo di fare qualche “previsione” sul mercato dei bonds.
Come sapete, lo scorso anno in seguito alla violenza della crisi, le banche centrali hanno portato i tassi d’interesse ai minimi storici e attuato strategie eccezionali come massicce iniezioni di liquidità, ciò ha ulteriormente compresso i rendimenti, infatti i BOT rendono lo Zero virgola, molti corporate a breve scadenza quasi l’1%; inoltre molti Stati si sono indebitati pesantemente per salvare il proprio sistema finanziario dal collasso.
Partendo da qui cerchiamo di capire cosa ci aspetterà nei prossimi mesi.
Dato che vi sono segnali di ripresa economica in tutto il mondo, le banche centrali si stanno preparando all’“exit strategy”, che consisterà nel drenare l’enorme quantità di liquidità immessa lo scorso anno; ciò avrà conseguenza un po’ su tutte le tipologie d’investimento, vediamo che effetti ci saranno sul mercato obbligazionario.
Il venir meno della liquidità farà diminuire i prezzi di quei titoli che sono stati acquistati grazie all’eccesso di liquidità, mi sto riferendo ai titoli di Stato delle nazioni di media e alta solidità, a tutti i corporate tranne quelli dei settori finanziario ed automobilistico in cui la diffidenza dei risparmiatori verso questi settori ha fatto sì che l’eccesso di liquidità si riversasse in misura minore su questi settori, ovviamente più lunga è la scadenza del bond più si deprezzeranno.
Riepilogando, il drenaggio della liquidità produrrà una diminuzione della domanda di bonds rispetto all’offerta, di fatto si tradurrà in un aumento dei tassi d’interesse.
La prossima settimana concluderemo l’argomento.