lunedì 8 novembre 2010

Studio Consob sulle obbligazioni bancarie in collocamento


La scorsa estate la Consob ha pubblicato uno studio sulle obbligazioni bancarie in collocamento.
Esso è molto ampio, vi illustreremo in alcuni post la parte che riguarda i rendimenti.
Oggi ci occuperemo delle obbligazioni bancarie a tasso fisso collocate presso il retail nel periodo luglio 2007-giugno 2009 dai primi 5 gruppi bancari italiani, dalle banche controllate dai gruppi esteri e dalle banche di credito cooperativo, che complessivamente rappresentano quasi l’80% del controvalore collocato nel periodo.
Lo studio si basa sul confronto dei rendimenti tra le obbligazioni al retail e quelle presso gli investitori istituzionali nel biennio in esame; sono utilizzati due diversi approcci per misurare il rendimento dei titoli, vi illustreremo solo il primo che si basa sulla rilevazione dei rendimenti al momento dell’emissione, misurati come spread rispetto al rendimento di un equivalente BTP.
Come vedete nell’immagine i titoli sono suddivisi per classi omogenee di rating, quindi osserviamo gli spread rispetto all’equivalente BTP offerte al retail ed agli investitori istituzionali.
Adesso vi riportiamo ciò che scrivono gli studiosi della Consob a proposito di quella tabella:“Nelle offerte al retail, le obbligazioni di banche con rating Moody’s Aa2 (cioè con merito di credito pari a quello della Repubblica Italiana, il cui rating Moody’s è appunto Aa2) hanno uno spread rispetto ai BTP vicino allo zero (la mediana è leggermente inferiore allo zero mentre la media è leggermente superiore allo zero); le obbligazioni con rating Aa3 hanno invece uno spread mediano rispetto ai BTP di circa 10 punti base (la media è di poco inferiore), mentre per quelle con rating A1 lo spread mediano rispetto al BTP è negativo per circa 22 punti base.
Per le banche con rating A2, A3 e Baa1 lo spread medio e mediano rispetto al BTP ritorna ad essere sostanzialmente vicino allo zero.
Solo per le banche con rating Baa2 lo spread medio e mediano rispetto ai BTP è sensibilmente superiore allo zero (circa 30 punti base). Per le
emissioni delle BCC garantite dal fondo Federcasse lo spread medio e mediano è di 7
punti base, mentre quello delle emissioni non garantite è lievemente superiore (circa
13 punti base); la copertura del fondo di garanzia consortile non sembra dunque incidere in maniera significativa sul costo della raccolta e sui rendimenti offerti dalle BCC.”
Successivamente scrivono:
“In sostanza, i rendimenti delle obbligazioni ordinarie a tasso fisso collocate
presso la clientela retail risultano assai debolmente correlati con il rischio emittente e con il rischio di liquidità e sono con elevata frequenza negativi anche per le banche con un rischio emittente superiore a quello della Repubblica italiana.
La Tavola 8 mostra che la situazione è invece radicalmente diversa per le
emissioni collocate presso investitori istituzionali, poiché in questo caso i rendimenti delle obbligazioni incorporano mediamente un premio rilevante rispetto ai rendimenti dei titoli di Stato italiani per tutte le fasce di rating delle banche emittenti. In particolare, i rendimenti delle obbligazioni di banche con rating Aa2 (uguale quindi a quello della Repubblica Italiana) incorporano uno spread medio e mediano rispetto ai BTP di circa 80 punti base (che dunque riflette un premio per la liquidità), mentre per le obbligazioni di banche con rating Aa3 lo spread mediano sale a 90 punti base; per le banche con rating A1 lo spread mediano è pari a 120 punti base, mentre per quelle con rating A2 è pari a circa 100 punti base (tale anomalia riflette probabilmente un diverso timing delle emissioni, un diverso premio per la liquidità o altri fattori di rischio).
È dunque evidente come gli investitori istituzionali richiedano un premio significativo rispetto ai rendimenti dei titoli di Stato italiani per sottoscrivere obbligazioni bancarie, anche laddove il rischio emittente è in linea con quella della Repubblica Italiana. Vi è inoltre una correlazione fra spread e rating molto più evidente rispetto ai dati relativi alle offerte al retail. Diversi studi, condotti su periodi più ampi e su campioni molto più numerosi, mostrano peraltro come nelle offerte di obbligazioni sull’euromercato riservate agli investitori istituzionali vi sia una forte correlazione fra spread e rating e come il rating sia una delle determinanti principali degli spread”.

Riepilogando le obbligazioni bancarie collocate al “parco buoi”offrono un rendimento minore di almeno 80 punti base rispetto a quello offerto agli istituzionali, in pratica quest’ ultimi si fanno pagare sia il rischio emittente che quello liquidità, infatti buona parte dei bonds bancari non sarà quotato in mercati regolamentari, inoltre a volte al piccolo risparmiatore è offerto un rendimento minore dell’equivalente BTP; poi si può osservare che per il retail il rating ha una scarsa influenza sul tasso, mentre gli istituzionali sono più sensibili a questa tematica (ovviamente più si rischia, più alto deve essere l’interesse).

4 commenti:

  1. Ottimo articolo! Complimenti!
    C'è un link diretto in cui si può trovare la pubblicazione della Consob?
    Grazie
    Roberto

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  2. Sig. roberto la ringrazio per i complimenti,il link è il seguente: http://www.consob.it/main/consob/pubblicazioni/quadernifinanza/qdf67.htm, bisogna scaricare il quaderno 67 che è in formato PDF.

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  3. Complimenti per l'impegno e la precisione!

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